24/02/2012 di Redazione

Luci e ombre sull'hi-tech delle micro imprese italiane

Una ricerca Epson rivela che le piccolissime aziende usano gli smartphone e confidano nell'e-commerce più della media europea. Ma il livello di tecnologia è ancora insufficiente per trainare il business. E la lotta per la sopravvivenza è più importante de

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Le micro imprese sono lo specchio del nostro Paese. Non è una novità, ma una conferma, che questa volta arriva da una ricerca realizzata da Coleman & Parkes per conto di Epson. La multinazionale ha voluto intervistare 1.250 piccolissimi imprenditori di tutta Europa (250 sono italiani) per capire, tra le altre cose, il ruolo della tecnologia nell’affrontare le sfide del mercato.



Ebbene, le imprese nostrane sembrano particolarmente interessate all’e-commerce (un dato che probabilmente deriva dal gap ancora da colmare rispetto ad altri paesi europei) e all’utilizzo degli smartphone, un fenomeno che riflette invece la predilezione, tutta nostra, per la telefonia mobile.

Le aziende (da 1 a 10 dipendenti) sono state coinvolte anche in un incontro, l’Epson Business Council, nato con l’obiettivo di sostenere e motivare proprio la fascia più trascurata di imprese, che però è spesso quella più connessa al tessuto sociale. La seconda edizione del Business Council, tenutasi a Londra lo scorso anno, si è focalizzata sui temi della crescita, della fidelizzazione dei clienti e naturalmente sul ruolo di tecnologia e innovazione.

Dal Council e dalla ricerca emerge un quadro piuttosto confortante circa le aspettative degli imprenditori nei confronti della tecnologia: l’82% degli intervistati ritiene che questa sia lo strumento più efficace per gestire e mantenere i clienti, addirittura più importante delle tecniche di marketing e vendite o della qualità del prodotto/servizio erogato.

 

La fotografia dell’IT nella micro-impresa è altrettanto nitida: il 92% utilizza i personal computer, il 50% le stampanti e il 43% ha già adottato i tablet. Particolare il dato relativo agli smartphone: in Europa pesano per il 28%, contro il 51% del campione italiano.

Restando entro i confini nazionali, la ricerca rivela che l’89% dei micro-imprenditori dichiara di utilizzare già il Web per acquistare e il 94% per vendere. Nonostante quest’ultimo dato, “solo” il 35% del business viene concluso online, ma nei prossimi due anni la crescita prevista per questa voce è del 44%.



“L’e-commerce”, spiega Davide di Scioscio, Business Manager prodotti per l’ufficio di Epson Italia, “è visto dall’85% delle piccole imprese (contro, ad esempio, il 59% del Regno Unito) come un’opportunità, un dato dovuto forse al fatto che l’Italia ha ancora ampi spazi di crescita e che indica come per le micro-imprese il percorso verso le nuove tecnologie sia ancora lungo”.

Il grado di adozione della tecnologia non è l'unico indicatore dello stato di salute delle nostre micro-imprese, dalla ricerca Epson emerge infatti un dato diretto: solo il 4% dei piccoli imprenditori italiani ha dichiarato di perseguire al momento una politica di crescita aggressiva, mentre il 29% afferma di "voler mantenere risultati costanti" e altrettanti desiderano semplicemente "stabilizzare il business".

Insomma, la conferma che il tessuto delle piccole e micro aziende sta ancora combattendo una battaglia per la sopravvivenza, e che la creatività e la capacità innovativa, doti tipicamente italiane, in questo frangente fanno fatica ad emergere.




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