21/07/2017 di Redazione

Meno wearable e più intelligenza artificiale nel futuro di Intel

Neural Compute Stick Movidius è un dispositivo Usb che permette aggiungere capacità di apprendimento automatico e computer vision ad applicazioni di realtà aumentata o virtuale, droni e altro ancora. Secondo indiscrezioni, Intel avrebbe eliminato la propr

immagine.jpg

Ci sarà sempre più intelligenza artificiale, al servizio di applicazioni di realtà aumentata e virtuale, droni, robotica, soluzioni di sicurezza, e ci saranno sempre meno dispositivi indossabili nel futuro di Intel. Due diverse notizie, giunte in contemporanea, lasciano intuire la nuova strategia dell'azienda di Santa Clara per tutto ciò che non ha strettamente a che fare con i processori. La prima riguarda il Neural Compute Stick Movidius, un dispositivo descritto come “il primo acceleratore di intelligenza artificiale autonomo al mondo disponibile in formato Usb”: si tratta di una combinazione di hardware e software racchiusi in un drive Usb, che una volta collegato a un Pc o a un'altra piattaforma regala capacità di apprendimento automatico e di computer vision ad applicazioni di vario tipo, dai droni alla realtà aumentata e virtuale.

Basata sulle tecnologie di computer vision di Movidius e sulla mappatura 3D di RealSense, questa soluzione mira a rendere l'intelligenza artificiale più democratica e accessibile, a beneficio di ricercatori, sviluppatori e aziende. Il costo contenuto, 79 dollari (ancora meno dei 99 dollari del prototipo presentato lo scorso aprile), e il funzionamento plug&play abbattono sicuramente diverse barriere all'adozione, mentre rispetto alle alternative cloud si guadagna maggiore libertà d'uso per applicazioni offline.

All'interno dello dispositivo opera un processore Vpu (Visual Processing Unit) che assicura una capacità di calcolo di 100 gigaflops a fronte di un consumo energetico irrilevante, appena 1 Watt. Ma che cosa è in grado di fare il Neural Compute Stick Movidius? Diverse cose: può rendere embedded alcune reti di neurali esistenti, può aggiungere alle applicazioni capacità di “ragionamento” basate sul deep learning (cioè su un tipo di apprendimento automatico che procede per livelli gerarchici), può regalare capacità di visione artificiale e di mappatura 3D dello spazio.

 

 

 

La seconda notizia è il realtà un'indiscrezione, giunta da fonti confidenziali di Cnbc: la divisione interna a Intel dedicata ai dispositivi indossabili avrebbe chiuso i battenti. Non è una doccia fredda, perché di un progressivo abbandono di aspettative ed entusiasmi riguardo ai wearable aveva già parlato lo scorso novembre TechCrunch, pur smentito seduta stante da dichiarazioni di Intel in senso contrario. A dispetto della smentita, i nuovi rumors affermano che da allora la società avrebbe licenziato circa l'80% del personale della divisione, per poi arrivare a dismetterla un paio di settimane fa. Sembra dunque inevitabile riconoscere che l'acquisizione di Basis, del 2014, non ha prodotto i frutti sperati, incappando peraltro anche nel ritiro dal mercato di uno smartwatch soggetto a surriscaldamento. Poco male, però: secondo una fonte di Cnbc, d'ora in poi la società si concentrerà ancora di più sul promettente ambito della realtà aumentata.

 

ARTICOLI CORRELATI