27/03/2019 di Redazione

Messaggi dinamici e interattivi: Gmail integra Amp

Iniziato il rilascio in beta per G Suite della tecnologia di caricamento rapido delle pagine Web. Sarà possibile comporre mail contenenti moduli, cataloghi e caroselli. Outlook e Yahoo in prima linea per la compatibilità. Emergono però dubbi sulla privacy

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Gmail accoglie a braccia aperte la tecnologia Amp. La soluzione open source di caricamento veloce delle pagine Web, introdotta su larga scala da Big G nel 2015, ha fatto la sua comparsa ufficiale anche nel client di posta elettronica degli utenti G Suite. Al momento la funzionalità è disponibile soltanto in versione beta, malgrado le prime sperimentazioni del colosso di Mountain View siano partite circa un anno fa, ma Amp potrebbe rappresentare la nuova rivoluzione delle mail. Creando un messaggio con questa metodologia, infatti, sarà possibile rendere le comunicazioni ancora più interattive e dinamiche, permettendo ai destinatari di compilare moduli, di consultare cataloghi commerciali, di iscriversi a eventi (e molto altro) senza cliccare sui link ed essere così rimandati su altre pagine.

Google ha collaborato con aziende come Booking e Pinterest per diffondere il più possibile la tecnologia, ma per visualizzare un’email in questo formato è necessario che il destinatario supporti Amp e che il mittente decida di utilizzarla. Non a caso, Big G ha lavorato anche con provider come Microsoft, Yahoo e Mail.Ru per garantire la compatibilità con client diffusi come, ad esempio, Outlook.

Microsoft ha confermato il supporto in Outlook.com del formato Amphtml, con il lancio effettivo dell’anteprima fissato per la prossima estate. Non sono invece ancora noti i tempi previsti da Yahoo. La tecnologia sostenuta da Google è totalmente retrocompatibile con l’Html “classico” in modo che tutti i software, anche quelli non supportati, possano elaborare senza problemi il codice. Ma non tutti si sono detti contenti della notizia.

Amp è stato criticato più volte perché, pur essendo basato su codice open source, è stato di fatto trasformato in un prodotto Google. Per accelerare il caricamento dei siti, le cache delle pagine vengono ospitate sui server di Big G e, ovviamente l’azienda è in grado di ricavare informazioni preziose interazioni degli utenti.

Accadrà lo stesso anche per i messaggi di posta elettronica? Se gli addetti al marketing potranno sfruttare la novità per aumentare l’engagement di clienti e prospect (interagire direttamente all’interno della mail può aumentare le conversioni perché non obbliga a clic aggiuntivi), la stessa Big G, che si prepara a mandare in pensione definitivamente Inbox, potrà ottenere un quantitativo maggiore di dati rispetto ai messaggi “classici”.

 

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