31/07/2007 di Redazione

Microsoft brevetta l'adware più potente del mondo

Registrato il brevetto di una tecnologia software che permette di controllare il pc dell'utente a scopi pubblicitari.

Introduzione

Microsoft ha registrato un interessante brevetto che potrebbe spostare facilmente il confine del diritto alla privacy correlato al marketing online. Come riporta ArsTechnica si tratterebbe di un "advertising framework" basato sull'utilizzo di dati contestuali provenienti dagli hard disk degli utenti. In pratica, in relazione ai prodotti istallati, alla navigazione online e quant'altro – presente sul proprio pc - Microsoft sarà in grado di "farci recapitare" pubblicità online ad hoc. La soluzione brevettata, non a caso, è già stata ribattezzata la "madre di tutti gli adware".

Il brevetto, depositato nel 2006, descrive un vero e proprio sistema di consegna pubblicitaria che vive "sul computer dell'utente, come parte integrante del sistema operativo, o sotto forma di applicazione indipendente o integrata in altre applicazioni".

"Applicazioni, tool o utility potrebbero utilizzare un'interfaccia specifica per segnalare data tag contestuali come key word o altre informazioni da usare nella profilazione pubblicitaria", si legge nel documento del brevetto. "L'advertising framework può gestire in host una serie di componenti per la ricezione, la spedizione e l'elaborazione dei dati contestuali, delle campagne degli inserzionisti, ed altro". In pratica, l'adware framework metterà mano su ogni tipo di dato per distribuire pubblicità specifica. Potrebbe anche accedere a "documenti, mail, musica, file podcast, setting del pc, messaggi di status del pc (tipo basso livello di inchiostro), etc.".

Pubblicità contestuale anche su applicativi

"Un word processor potrebbe mostrare un banner sulla parte alta della finestra, come una toolbar, mentre un'altra pubblicità potrebbe essere mostrata in un frame associate all'applicativo. Un editor di foto o film potrebbe supportare campagne video pubblicitarie", si continua a leggere sul brevetto.

Secondo gli esperti il brevetto darebbe l'impressione che il controllo del software sulla pubblicità potrebbe essere superiore a quello attuabile dall'utente. "Un client e-mail potrebbe specificare che le pubblicità dei competitor devono essere escluse dalla ricezione, che debba essere utilizzato univocamente, che non vengano mostrate più di 4 campagna all'ora, che vengano accettate solo campagne testuali o grafiche…", sottolinea il documento. Insomma parrebbe mancare un qualsiasi riferimento alla possibilità di setting attuata dall'utente.

"L'abilità di gestire ed elaborare dati contestuali provenienti da risorse locali piuttosto che dal monitoraggio di un'interazione con un'entità remota, come un server, beneficia sia il consumatore che l'inserzionista profilando al meglio la pubblicità da destinare. L'utente gode della percezione di accedere a campagne di maggiore interesse. L'inserzionista può focalizzare meglio il suo impegno e aumentare le chance di convertire gli accessi in vendite".

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