12/03/2012 di Redazione

Mobile in azienda: una rivoluzione per i Cio

Un studio condotto da Accenture su 240 Chief information officer e 4mila sviluppatori di apps svela un’avanzata penetrazione delle tecnologie mobili nei processi operativi delle imprese. Per i due terzi del campione si sta affermando un modo completamente

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Non un semplice cambiamento, ma una rivoluzione, con conseguenze ancora non del tutto sedimentate e paragonabili a quelle generate, in una quindicina di anni, dal World Wide Web: così Accenture vede l’ingresso del mondo mobile in azienda, un fenomeno ormai inarrestabile.

Un punto di vista supportato da uno studio globale, secondo cui i due terzi (67%) dei professionisti IT ritengono che il mobile influirà sulle loro aziende al pari o addirittura più di quanto non abbia fatto Internet negli anni Novanta.



L’indagine, titolata The Accenture 2012 CIO Mobility Survey, ha coinvolto a gennaio di quest’anno 240 professionisti IT (Chief Information Officer, Chief Technology Officer, Chief Mobility Officer) di grandi aziende – con ricavi compresi fra  e 5 milardi di dollari e attive in 23 settori – di 12 Paesi del mondo, ovvero Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Italia, Giappone, Messico, Spagna e Stati Uniti. Lo studio è stato arricchito inoltre da questionari online compliati da 4mila sviluppatori di applicazioni e servizi mobile in Africa, Asia/Pacifico, Europa e Nord America.

Oltre al dato di fondo sulla natura, percepita come rivoluzionaria, della consumerization, altre evidenze confermano un’impressione trapelata già da altre indagini condotte, magari su scala minore, sul medesimo tema: device e applicazioni mobili si stanno facendo largo con forza e rapidità nel mondo aziendale, ma le questioni legate a rischi di incidenti informatici o furti di dati dominano ancora i pensieridei manager e dei tecnici addetti ai lavori.

Un numero su tutti è il 69% dei professionisti IT che nel corso del 2012 destineranno oltre un quinto del loro budget al potenziamento dotazione di tecnologie mobili. Una percentuale che deriva tuttavia dalla media di due valori molto diversi: 94% per quanto riguarda i cosiddetti mercati emergenti e 35% nei mercati maturi.

Le differenze geografiche giocano un ruolo deciso nel livello di aspettative riposto nelle tecnologie mobili. Percentuali altissime di professionisti latinoamericani e asiatici, rispettivamente 93% e 81%, ritengono infatti che il mobile porterà in azienda nuovi e significativi ricavi, mentre solo il 66% degli europei e il 56% dei nordamericani concordano con tale affermazione. La metà degli intervistati messicani e cinesi, nonché il 40% e il 32% di indiani e brasiliani, ritiene inoltre che il mobile avrà un impatto sulla loro attività pari o superiore a quello generato da Internet negli anni Novanta, un’opinione su cui solo il 20% degli inglesi e statunitensi concordano.

“Il mobile non è semplicemente un’estensione dei sistemi informatici tradizionali, bensì un modo del tutto nuovo di fare business – ha affermato Dan Lauderback, global managing director di Accenture Mobility Services –. Oggi la maggioranza dei cio riconosce alle tecnologie mobili la capacità di trasformare il business delle aziende, ragion per cui una percentuale sempre più alta dei budget IT è destinata al mobile”.

Le opportunità offerte dall’utilizzo di smartphone e tablet, tuttavia, non sono ancora state completamente colte, poiché – prosegue il top manager – “i Cio si trovano spesso a combattere contro la proliferazione dei dispositivi dei dipendenti e delle applicazioni da loro stessi sviluppate”.

Oltre al problema della proliferazione, c’è poi quello – prioritario – della sicurezza, citato dal 50% degli intervistati come principale fattore che impedisce la realizzazione di progetti legati alla mobilità; costi e budget sono al secondo posto (43%), mentre il 26% ha segnalato l’interoperabilità con i sistemi esistenti o la scarsa conoscenza dei vantaggi del mobile.

La frammentazione dell’offerta fra operatori, dispositivi e piattaforme rappresenta, in effetti, una complicazione ulteriore. Nessuno tra i più diffusi sistemi operativi per smartphone e tablet ha ottenuto la completa approvazione, per quanto riguarda la sicurezza, da parte degli sviluppatori coinvolti nella survey, ma oltre la metà (53%) ha affermato che iOS di Apple offre il miglior livello di protezione dalle minacce, mentre Android di Google è al secondo posto (24%).



I developer, inoltre, ritengono che la molteplicità di piattaforme renda più difficile la gestione delle app e la loro monetizzazione, mentre per i professionisti IT essa complica i fenomeni di consumerizzazione, come l’uso di dispositivi di proprietà del dipendente per svolgere mansioni lavorative.

“La scelta di investire in applicazioni per i dipendenti o per i consumatori è complessa e l’enorme numero di dispositivi mobili rende la scelta ancora più complicata – ha commentato Lauderback –. I Cio devono affrontare con determinazione questi aspetti nel momento in cui devono giustificare la spesa legata alla mobilità”. E, più in generale, il suggerimento avanzato da Accenture è quello di elaborare una strategia aziendale complessiva per il mobile, una strategia che prenda in considerazione tra variabili: tecnologia, esigenze di business e gestione.

“Le imprese – ha dichiarato Lars Kamp, responsabile strategia e sviluppo aziendale di Accenture Mobility Services – devono elaborare un elenco dei progetti mobile in corso e chiarirne gli obiettivi, velocizzare i progetti standardizzandoli e innovare per creare un vantaggio competitivo. La crescente diffusione di smartphone e tablet ha ridotto i cicli d’innovazione informatica per le imprese a 12-18 mesi. Di conseguenza le aziende devono rivedere la propria strategia mobile ogni 6-12 mesi per assicurarsi di investire sulle tendenze giuste”.


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