30/10/2014 di Redazione

Motorola è di Lenovo, ora terzo player del mercato smartphone

L’acquisizione di Motorola Mobility è ora effettiva: Google riceverà 660 milioni di dollari in contanti, seguiti da 1,5 miliardi da corrispondere in un momento successivo e 750 milioni in azione. Con questa mossa il colosso cinese diventa il terzo produtt

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Anno ricchissimo per Lenovo: dopo quella dei server x86 di Ibm, anche l’acquisizione di Motorola Mobility, ormai ex proprietà di Google, è adesso effettiva. Una mossa di cui molto e da tempo si era già parlato (addirittura dall’inizio di quest’anno) e che, come da copione, è stata completata oggi. Le cifra sono le medesime già trapelate nei mesi scorsi: 2,91 miliardi di dollari il valore complessivo della transazione, dei quali 660 milioni di dollari saranno versati in contanti, 750 milioni saranno corrisposti in azioni e i rimanenti 1,5 miliardi di dollari verranno pagati sotto forma di “promissory note” entro un periodo di tre anni.

Numeri che, pur importanti, sono poca cosa se paragonati ai 12,5 miliardi di dollari spesi da Google solo nel 2011 per portare Motorola Mobility in casa propria. La discrepanza si spiega in parte con le mutate condizioni del mercato degli smartphone (ora più che mai dominato dal duopolio Samsung/Apple ma anche dall’avanzata di Huawei) e in parte con il fatto che il bottino dei brevetti Motorola resterà in mano a Big G. Altro segno di continuità riguarda il quartiere generale dell’acquisita, che rimarrà a Chicago, mentre resteranno negli Stati Uniti 2.800 dei 3.500 dipendenti Motorola.

Quello che conta, per Lenovo, è espandere il proprio business con una nuova categoria hardware, in cui spera di bissare il successo ottenuto con i computer diventando, lo scorso anno, il primo marchio mondale a discapito di Hp, scivolato al secondo posto. Il mercato degli smartphone interessa particolarmente al colosso cinese, che in parte mira a espandersi in patria sfruttando la crescente domanda nazionale. Qui, in Cina, i concorrenti da battere sono soprattutto Huawei e Xiaomi, e la strategia nel cassetto farà leva non tanto su Motorola ma su una nuova società dedicata alla produzione di telefoni di fascia media e bassa, già annunciata da Lenovo.

Con Motorola, al contrario, si potrà puntare più in alto con modelli dal buon profilo tecnico e destinati al mercato internazionale, rigorosamente basati du Android. Gli ultimi esempi, lanciati questa settimana, sono Moto X e Moto G, due smartphone maneggevoli e di design, che si distinguono nel primo caso per la peculiare scocca posteriore in legno e nel secondo per un buon rapporto qualità prezzo (199 euro, mentre il Moto X ne costa 599). L’acquisto della società consente anche a Lenovo di entrare nel business dei dispositivi indossabili, contando per ora sul nuovo (e bello) smartwatch Moto 360, in arrivo in Italia nel 2015.

“Oggi abbiamo raggiunto un traguardo importante, una pietra miliare per Lenovo e Motorola, e insieme siamo pronti a competere, crescere e vincere nel mercato globale degli smartphone”, ha dichiarato il presidente e Ceo di Lenovo, Yang Yuanqing. Diventando il terzo produttore di smartphone al mondo, in grado di sfidare i primi due, daremo al mercato ciò di cui ha bisogno: possibilità di scelta, concorrenza e una nuova spinta innovativa”.

 

 

Yuanqing ha proseguito nel sottolineare i vantaggi dell’acquisizione, parlando di “una combinazione davvero vincente” e citando in relazione a Motorola la “forte presenza negli Stati Uniti e su altri mercati maturi, ottime relazioni con i carrier, un brand iconico, un forte portafoglio IP e un team di incredibile talento”.

“Motorola ha già ripreso slancio sul mercato”, ha detto invece Liu Jun, executive vice president e presidente del Mobile Business Group di Lenovo. “Unendo la forza complementare delle due società, le nostre aspettative sono di vendere più di 100 milioni di dispositivi mobili quest’anno, fra smartphone e tablet, facendo leva sul posizionamento di Lenovo come brand leader sul mercato in Cina, sullo slancio che stiamo avendo entrambi nei mercati emergenti e sul forte posizionamento di Motorola sui mercati maturi come quello degli Stati Uniti”.

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