28/12/2016 di Redazione

Multa salata per Qualcomm dalla Corea, antitrust violato

Al termine di un'indagine, la Korea Fair Trade Commission ha imposto al chipmaker californiano il pagamento di una sanzione di valore superiore a 800 milioni di euro. Qualcomm avrebbe impedito ai concorrenti di accedere ai propri brevetti su tecnologie st

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Dopo la riapertura delle ostilità fra Apple e Nokia, si torna a parlare di brevetti tecnologici e guai annessi a proposito di Qualcomm. L'azienda californiana è appena stata condannata dall'autorità antitrust della Corea del Sud al pagamento di una multa di 1.030 miliardi di won, cioè circa 815 milioni di euro, per aver violato i principi della libera concorrenza. Lo avrebbe fatto innanzitutto impedendo ai produttori di chip concorrenti di poter accedere alle proprie tecnologie brevettate, tecnologie che risultano essenziali per realizzare prodotti competitivi e dunque soggette a un trattamento di scambio Frand (Fair Reasonable and Non-Discriminatory). In secondo luogo, Qualcomm avrebbe concesso l'impiego dei suoi processori agli Oem di telefonia a fronte di licenze troppo costose e imposte senza contrattazione, anche all'interno di “pacchetti” inclusivi di brevetti diversi.

 

La decisione della Korea Fair Trade Commission si aggiunge a quella affine dell'antritrust cinese, che lo scorso anno dopo oltre un anno di indagine aveva imposto al chipmaker una sanzione ancor più salata. E un'investigazione sullo stesso tema è in corso anche in Europa. Oltre alla multa, la commissione antitrust di Seul vuole imporre la cessazione delle pratiche scorrette e dunque la vendita di pacchetti di licenze non contrattabili dagli acquirenti.

 

 

La società di San Diego però dissente, argomentando che le pratiche sanzionate altro non sarebbero se non normali dinamiche di mercato. “Qualcomm crede fermamente che le conclusioni della Kftc siano discordanti dai fatti, ignorino la realtà del mercato e applichino in modo errato alcuni principi fondanti della concorrenza”, ha dichiarato l'executive vice president e rappresentante legale dell'azienda, Don Rosenberg. A detta di Qualcomm, inoltre, la condanna giunta dalla Corea non tiene conto degli investimenti in ricerca & sviluppo che hanno permesso negli anni di far progredire l'innovazione delle tecnologie per il mobile e per la connettività, e che opportunamente vanno salvaguardati in forma di brevetto.

 

Dai 26 miliardi di dollari di fatturato raccolti lo scorso anno dal chipmaker, circa il 30% è derivato dalla vendita di licenze agli Oem, primo fra tutti Samsung. Questo modello di business potrebbe risultare intaccato dalla decisione dell'antitrust di Seul, contro la quale tuttavia Qualcomm ha già detto di volersi appellare, rivolgendosi alla Corte Suprema sudcoreana.


 

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