20/04/2015 di Redazione

Navigatore e vista a raggi X: gli smart glass per automobile di Bmw

Mini Augmented Vision, un prototipo di occhiali di realtà aumentata presentato con il marchio Mini, permette di ricevere istruzioni Gps direttamente sulle lenti. Ma anche di ottenere informazioni di contesto e di ampliare la visuale, notando ostacoli o pe

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Mentre le società tecnologiche si lanciano in progetti di automotive, i produttori di automobili si avventurano nell’hi-tech. L’ultimo caso è quello di Bmw Mini e dei suoi occhiali smart, Mini Augmented Vision, dimostrazione di come i dispositivi indossabili e la realtà aumentata stiano diventando l’anello di congiunzione (o uno dei possibili, accanto ai sistemi di infotainment, ai sensori e agli apparati per le vetture driverless) fra questi due comparti industriali. Presentata come prototipo durante una fiera dell’auto a Shangai, Mini Augmented Vision è una tecnologia già ribattezzata come “i Google Glass per chi guida”: un paio di occhiali smart contenenti una Cpu Qualcomm Snapdragon, in grado di proiettare sulle lenti informazioni utili per chi sta al volante.

La montatura, ispirata allo stile vintage e curvilineo delle Mini, è sufficientemente corposa per ospitare un chip Qualcomm Snapdragon 805, una Gpu Qualcomm Adreno 420, 2 GB di Ram e una batteria da 1.400 mAh, mentre in ciascuna lente sono inseriti una fotocamera e un proiettore da 720 p di risoluzione. La raccolta e l’invio di dati poggiano sul Gps e sulla connettività WiFi e Bluetooth.

La realtà aumentata non deve, ovviamente, distrarre il guidatore dalla sua realtà primaria, la strada da percorrere, e per questo le informazioni proposte in forma digitale devono servire a rendere più facili e sicuri i viaggi e gli spostamenti. “La sicurezza è il nostro primo obiettivo”, ha dichiarato Robert Richter, advanced technology engineer di Bmw. “Abbiamo sviluppato un’interfaccia molto minimale per non distrarre il guidatore e per presentare le informazioni chiave necessarie al momento”.

Le informazioni e le immagini compaiono in sovraimpressione sulle lenti, senza occupare l’intero campo visivo di chi indossa gli occhiali, e variano a seconda della direzione dello sguardo. Le applicazioni gestite dal prototipo dei Mini Augmented Vision sono già tante: si va dal navigatore, alla presentazione di informazioni utili (guardando un cartellone pubblicitario che segnala uno spettacolo, per esempio, si possono ottenere indicazioni per acquistare i biglietti o raggiungere la location) alla “vista a raggi X”. Quest’ultima sfrutta un sistema di telecamere per mostrare sulle lenti quello che si vedrebbe guardando attraverso le lamiere della macchina, aiutando quindi a calcolare distanze e ad accorgersi di ostacoli o persone quando si parcheggia oppure davanti alle strisce pedonali.

 

Sia Bmw sia Qualcomm hanno sottolineato come si tratti, al momento, di un prototipo sviluppato per testare alcune funzionalità e per fare ricerca, senza una roadmap commerciale. Alcuni giornalisti statunitensi che hanno provato gli occhiali stando al volante ne confermano le potenzialità e, insieme, alcuni piccoli difetti tecnici ancora da limare, come le dimensioni ridotte dell’area touch utilizzabile per impartire i comandi. Piccole cose, comunque, rispetto alle possibilità di sviluppo di questa tecnologia.

 

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