31/05/2018 di Redazione

Navigazione più coinvolgente e sicura con Chrome 67

Google ha pubblicato la nuova release del browser, che supporta l’autenticazione senza password, blocca definitivamente i bug Spectre e Meltdown e permette agli sviluppatori di accedere ai dati dei sensori integrati nei dispositivi.

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Chrome è arrivato nella versione 67. Google ha rilasciato l’aggiornamento del proprio browser per Pc, Mac e Linux. Fra le principali novità, oltre a 34 bug fix e il rafforzamento della Site Isolation contro Spectre e Meltdown, spicca sicuramente il supporto al protocollo di autenticazione senza password Webauthn (Web Authentication Api), che permette di autenticarsi ai siti con la biometria (impronte digitali e riconoscimento facciale) o con dispositivi Usb come le chiavi Yubikey. Webauthn era già stato annunciato da Google ad aprile ed è già integrato di default in Firefox 60. La seconda novità di peso è il supporto alle Api Generic Sensors, che consentono agli sviluppatori di applicazioni di utilizzare i dati generati dai sensori dei dispositivi, come giroscopi e accelerometri, condividendo le informazioni con siti e Web app.

Una tecnologia interessante, proposta da Intel e diventata standard W3c, che potrà ora essere sfruttata per rendere più coinvolgente l’esperienza di navigazione anche sui computer (in particolare quelli portatili) e su tutti i device dotati di sensori. Rimanendo in ambito mobile, Chrome è ora compatibile anche con le Api Webxr Device, sviluppate per la realtà virtuale e aumentata su visori e smartphone. Al momento la funzionalità è disponibile sono in beta, anche se è possibile iscriversi per testarla.

Infine, la versione 67 del browser di Big G abbraccia ora anche le Progressive Web App (Pwa), programmabili per essere eseguito in automatico su Windows e Mac. Queste particolari applicazioni compariranno nella finestra appoggiandosi alla tecnologia alla base di Chrome, rimuovendo però i classici elementi dell’interfaccia utente, come la barra degli indirizzi. In questo modo si avrà l’impressione di utilizzare un’app completamente nativa.

 

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