18/01/2007 di Redazione

Netflix, dal noleggio dei DVD allo streaming online

La californiana Netflix proporrà ai suoi abbonati film e TV show gratuiti: tanto pagano già l'abbonamento per i DVD.

Netflix è un marchio molto conosciuto negli Stati Uniti perché, fondamentalmente, è uno dei maggiori azionisti del couch-potato. Dal lontano 1998, infatti, ha messo su un monumentale servizio di noleggio film che sfrutta il – funzionante – sistema postale nazionale. In pratica sottoscrivendo un abbonamento mensile come quello da 17,99 dollari o da 9,99 dollari si possono noleggiare rispettivamente 3 o 1 DVD alla volta. Ricevuti a casa si possono tenere quanto si vuole e poi procedere con la consegna via posta pre-affrancata. Non vi è un limite di noleggi mensili, bisogna solo rispettare il numero massimo di ordini contemporanei. Insomma, una grandissima comodità che in meno di dieci anni ha convinto milioni di statunitensi: attualmente gli abbonati sono più di 6,3 milioni.

Netflix, ovviamente, nel tempo è stato dato per morto più volte. Come nel 2002, quando i magazzini Wal-Mart hanno deciso di buttarsi sullo stesso business, per poi affiliarsi con l'avversario dopo neanche tre anni di insuccesso.

È un po' come se si portasse addosso qualcosa di fastidioso: forse quell'idea apparentemente balzana di affidarsi alla Posta invece che ad una rete capillare di negozi. Netflix, in un certo senso, mette in discussione l'aura tecnologica che avvolge il mondo digitale. Un po' come se domani inventassero la corriera che trasporta e distribuisce gli MP3.

"Siamo abituati a questo", ha dichiarato Reed Hastings, CEO di Netflix. "Dato che il DVD non sarà eterno, la gente si domanda quale sarà la nostra prossima mossa". Giusto, come bissare quel miliardo di dollari di introito raggiunto nel 2006, che vale praticamente il 12% dell'intero mercato del noleggio statunitense?

Streaming a go-go

Con lo streaming online di film e programmi televisivi. Già, i "postali" si sono evoluti, e con un modello di business piuttosto interessante. L'idea è quella di fornire gratuitamente agli abbonati un ammontare di ore precise di contenuti video in streaming. Chi paga i 17,99 del servizio tradizionale potrà godere ogni mese di 18 ore di filmati; chi paga 9,99 avrà diritto a 10 ore…etc. Insomma, si tratta di una penetrazione "dolce" nel mercato del video online, presidiato ormai da competitor agguerriti e molto più scafati. Per Hastings, comunque, è il modello di business Netflix che farà la differenza. Un sistema basato sulla gratuità e la gratificazione immediata.

La scorsa settimana Hastings, nel suo quartier generale californiano, ha mostrato alla stampa come funzionerà il nuovo servizio. In pratica, sfruttando la piattaforma Microsoft gli utenti abbonati potranno riprodurre in comodità i contenuti video offerti online. Si partirà con un catalogo di circa 1000 film e TV show – provenienti dalle produzioni NBC Universal, Sony Pictures, MGM, 20th Century Fox, Paramount Pictures, Warner Bros, etc. Un'inezia se confrontato al catalogo di DVD di 70 mila titoli che ha costruito il successo dell'azienda, ma è pur sempre un inizio.

L'obiettivo è di far partire l'intera macchina entro la fine dell'anno, ed esattamente in non più di sei mesi. Inizialmente, inoltre, è prevista la compatibilità del servizio solo con le piattaforme Windows più recenti e il browser Explorer. In futuro, però, è certo l'arricchimento del numero di titoli e il supporto di altre combinazioni software, inclusi set-top-box e dispositivi portatili.

"Il mercato è microscopico se si considera quello DVD", ha sottolineato Hastings. E certamente non è solo la mancanza di rischi che ha convinto gli editori ad accettare favorevolmente il progetto.

"L'accordo con Netflix, che prevede l'utilizzo di serie nuove e classici porterà nuove entrate senza intaccare il business esistente", ha dichiarato Frances Manfredi, vice presidente per la distribuzione via cavo della NBC Universal. "Noi vogliamo fornire contenuti video dove, quando e come i consumatori desiderano. Sempre e comunque nel rispetto degli interessi dei nostri business chiave, che generano il vero fatturato".

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