18/09/2010 di Redazione

NGN: Italia Digitale ha scelto chi metterà la fibra

Il Tavolo Tecnico Italia Digitale tra Governo e Operatori di TLC, coordinato da Paolo Romani, sottosegretario allo Sviluppo Economico, ha raggiunto l'intesa sulle soluzioni tecniche che un futuro ente pubblico-privato utilizzerà per cablare le aree italia

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Il Tavolo Tecnico "Italia digitale" dei principali protagonisti delle telecomunicazioni in Italia organizzato da Paolo Romani, viceministro allo Sviluppo Economico, ha raggiunto ieri un primo accordo su un documento ritenuto assai importante.

Il "Tavolo tecnico" nacque il 25 giugno scorso con tanto di fanfare per la presenza dei più alti vertici di Telecom Italia, del consorzio Fibra per l'Italia (Vodafone, Wind, Fastweb e Tiscali), di Bt Italia e 3 Italia. Successivamente il lavoro è stato affidato agli "sherpa" tecnologici e il risultato di ieri dovrebbe essere la prima sintesi raggiunta.

Un ente privato-pubblico colmerà i buchi nella maglia di fibra ottica della Next Generation Network


Intanto viene dato per scontato che ci sarà una entità, pubblico-privato, che si occuperà delle infrastrutturazioni passive. L'accordo raggiunto è sulle caratteristiche tecniche che questa entità, per il momento astratta, dovrà rispettare per quanto riguarda le canalizzazioni (come hanno da essere, quanto grandi, con quanta fibra spenta dentro), i pozzetti "di quartiere" (come devono essere  fatti in modo che ogni operatore abbia il proprio, indipendente da quelli degli altri, nel quale accendere o spegnere la propria fibra), come hanno da essere le strutture verticali, ossia quelle dentro i palazzi perché la fibra arrivi negli appartamenti, i permutatori ottici e i collegamenti ottici per le stazioni radio base (che servono per l'infrastruttura fissa destinata ai servizi mobile-wireless).

Basta. Non si va molto oltre.

Il comunicato di Paolo Romani, infatti, precisa: "Tale modello è volto ad assicurare la massima armonizzazione con le infrastrutture esistenti. Allo scopo, la prossima settimana avvieremo, tramite una consultazione pubblica, un veloce e accurato censimento delle infrastrutture in fibra ottica presenti nel Paese e dei relativi piani di investimento per lo sviluppo delle stesse nei prossimi tre anni. Questo atto è propedeutico all'identificazione delle aree oggetto di intervento secondo il modello su cui oggi è stato trovato l'accordo e a un celere e omogeneo sviluppo delle reti di nuova generazione sul territorio nazionale".

In altri termini si avvia un censimento "rapido" mediante consultazione pubblica di ciò che c'è. L'aggettivo "rapido" è più un desiderio o una speranza che una certezza. Poiché intorno al tavolo siedono i principali operatori Tlc che hanno scavato e messo fibra, occorre solo censire gli altri operatori, che saranno coinvolti da settimana prossima, e soprattutto gli enti che si rifanno ai Comuni, alle Province e Regioni che hanno scavato per i fatti propri.

La soluzione della "consultazione pubblica" non depone, però, verso la rapidità. A meno che per rapido s'intenda marzo 2011 per una "mappa dell'esistente" e sua evoluzione nel triennio.

Dal censimento e quindi dalla mappa si evidenzieranno i buchi nella maglia che si verrà a intessere sulla geografia italiana. La società pubblico-privata andrà, dunque, a tappare queste falle seguendo gli standard condivisi stabiliti ieri dal Tavolo Tecnico.

Il comunicato di Paolo Romani, infatti, prosegue: "Il passaggio di oggi è fondamentale proprio nell'attuale situazione economica che impone ogni sforzo per fare scelte mirate su progetti di natura infrastrutturale capaci di dare un impulso serio e strutturato alle prospettive di sviluppo e crescita del Paese".

"Tra due settimane sarà convocata la seconda riunione del Tavolo Governo-Operatori con l'obiettivo di sancire i principi e le tappe necessarie per l'avvio concreto della partnership Pubblico-Privata che possa operare sulle infrastrutture passive necessarie alle reti di nuova generazione".

In conclusione l'accordo è importante perché Governo-Operatori hanno quantomeno deciso che lì dove ci sono i buchi nella maglia interverrà un ente pubblico-privato che cablerà, seguendo standard condivisi, per conto di tutti.

E' un passo utile, senza dubbio, che accelera le cose e, in prospettiva, tende a risolvere il problema del Digital Divide per le aree geografiche "a fallimento di mercato". Ma nulla di più.

Il piano per la Next Generation Network di Italia Digitale resta in grandissima parte ancora da scrivere. Oppure, sembra di capire, non si scrive nulla e ognuno degli operatori fa da sé (Telecom Italia) o in consorzio con altri (Fibra per l'Italia) nella libera competizione del mercato: cabla dove gli pare e gli conviene e fa i prezzi che ritiene.

Settimana prossima ci sarà il quadro di riferimento europeo sulla Next Generation Access Network NGAN che, almeno nello spirito, va in tutt'altra direzione rispetto al "laissez faire" liberista che, al momento, sembra prevalere al Tavolo Tecnico di Paolo Romani.

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