27/09/2010 di Redazione

Nokia aveva l'iPhone nel 2004 ma non ci credette

Un ex manager Nokia, intervistato dal New York Times, mostrò a clienti business nel 2004 un prototipo touch screen, con ampio schermo, capace di navigare in Internet. Il progetto fu cancellato. La sfida per Stephen Elop, ceo della società, è sgombrare la

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Un lungo articolo di Levin O'Brien sul New York Times ragiona sui guai di Nokia. Soprattutto su quanto il nuovo amministratore delegato Stephen Elop, ex manager Microsoft, deve recuperare soprattutto sul mercato USA dove dal 35 per cento di quota di mercato nel 2002 ora, secondo comScore, ha appena l'8,1%. Il costruttore finlandese ha compensato ampiamente la scivolata in America con l'ottimo posizionamento in Cina e Asia in generale, però non è la stessa cosa.

Stephen Elop, dal 21 settembre amministratore delegato di Nokia


Che cosa ha determinato questa situazione? "Nokia è stata vittima di se stessa", dice un economista intervistato dal giornale. In sostanza Nokia si è cullata nel successo per troppo tempo.

La notizia più ghiotta, però, dell'articolo è quanto rivelano alcuni ex dipendenti Nokia. Uno di essi, Ari Hakkarainen, che si occupava del marketing dei Nokia Serie 60, nel 2004 tenne una presentazione a clienti business di un prototipo touch screen, pronto per la navigazione Internet, con un grande schermo, che avrebbe potuto affermarsi nel nascente segmento degli smartphone (termine non ancora in voga all'epoca).

Non se ne fece niente perché era costoso da produrre, con infiniti dubbi sulle funzionalità e l'elevato prezzo da proporre ai clienti. Il progetto fu cancellato.

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Ciò che però non è stato cancellato è ciò che l'ex dipendente chiama "mentalità burocratica" incapace di capire i reali desideri dei consumatori.

D'altro canto l'articolista ricorda altri primati e flop di Nokia: nel 2003 propose il primo telefono touch screen, il 6108 e 3108, che si governavano con uno stilo. Altre priorità sono derivate dai laboratori Nokia: l'Internet Tablet 770 (che però venne dopo poco abbandonato per le scarse vendite). Henry Terri, responsabile dei 600 ricercatori che lavorano nei 12 laboratori Nokia, ricorda il riconoscimento dei caratteri cinesi, il lancio del primo servizio di social network in India, la fotografia panoramica da una serie di singoli scatti.

Per risollevare le quote di mercato e contrastare efficacemente iPhone e Apple occorre che Elop tragga ben altro dal cilindro per ridare slancio ai 129.000 dipendenti finlandesi dal cui lavoro dipende l'1,6 del prodotto interno lordo nazionale e il 10 per cento delle esportazioni.

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Un altro ex manager Nokia stigmatizza ancora di più il processo burocratico di approvazione per le nuove idee di progetto, un processo autorizzativo "in stile sovietico" che era frenato dalle agende e contrapposizioni manageriali aziendali.

Insomma, Stephen Elop, primo grande capo non finlandese della centenaria storia di Nokia, ha da rimuovere molti borborigmi interni e stratificazioni. Sarà anche per capire come stanno realmente le cose che Elop per il momento tace e incontra manager e personale. Le idee per galvanizzare le truppe verranno anche da questo giro conoscitivo.

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