12/03/2018 di Redazione

Nuove regole o la Rete diventerà un'arma, appello del padre del Web

A ventinove anni dalla pubblicazione dei fondamenti teorici del World Wide Web, Timothy Berners-Lee punta il dito contro le manipolazioni e le disuguaglianze: pochi poteri forti influenzano la Rete. E creano i presupposti per poterla usare a scopi distrut

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Ventinove anni fa era solo teoria, sintetizzata dal suo inventore, Timothy Berners-Lee, come “proposta di gestione dell'informazione”. Oggi è la Rete, Internet, il World Wide Web, la ragnatela che racchiude tutto e senza la quale non esisterebbero nemmeno il cloud, l'e-commerce, i social network e l'informazione globalizzata e in tempo reale. Questa dimensione delle nostre vite e dell'economia oggi è in pericolo: rischia di essere trasformata in un'arma distruttiva e per evitare che ciò accada servono nuove regole. Lo sostiene niente meno che quello stesso informatico britannico (premio Turing nel 2016) riconosciuto come co-inventore del Web insieme al collega belga Robert Cailliau.

Nell'annuale lettera di “auguri” alla sua creatura, pubblicata sul sito della World Wide Web Foundation, Berners-Lee descrive una rete “minacciata” da numerosi pericoli, dalla disinformazione agli utilizzi a scopo di disonesta propaganda politica (si veda il Russiagate), fino alla perdita di controllo dei dati personali, alla persistenza del digital divide e al forte disequilibrio di potere che limita il pluralismo di opinioni e la democrazia in Rete.

In merito al digital divide, l'informatico sottolinea l'attuale distanza dall'obiettivo fissato recentemente dalla Alliance for Affordable Internet, iniziativa che riunisce un'ottantina di protagonisti del Web: si punta ad abbassare i costi del traffico dati su rete mobile, ovvero in ciascuna nazione il prezzo di 1GB non dovrebbe superare il 2% del salario medio, ma nella realtà in molti Paesi è superiore al 20%. È però sulle disuguaglianze di potere di Internet che le parole di Berners-Lee sono state più nette. Il Web del passato, ha scritto l'informatico, “non è quello di oggi. Quello che un tempo era una ricca selezione di blog e siti è stato schiacciato dal forte peso di poche piattaforme dominanti”.

Questa concentrazione di potere, ha sottolineato Berners-Lee, crea un nuovo insieme di “gatekeeper”, letteralmente di guardiani del cancello, cioè di soggetti in grado di filtrare le informazioni e decidere che cosa debba trovare visibilità o censura. Una manciata di piattaforme, dunque, “controlla quali idee e opinioni debbano essere viste e condivise” e questi soggetti possono ancorarsi al potere guadagnato creando nuove barriere che ostacolino la concorrenza. Questi colossi acquisiscono startup solo per neutralizzarle, cioè per trasformarle da potenziale competitor ad alleati, e sono particolarmente abili nel reclutare nuovi talenti. “Se a tutto ciò si aggiunge il vantaggio competitivo derivato dai dati dei loro utenti, possiamo aspettarci che i prossimi vent'anni siano molto meno innovativi degli ultimi venti”, si legge nella lettera.

Il testo non cita nomi, ma il pensiero va facilmente ai noti colossi da centinaia di milioni o miliardi di utenti iscritti alle proprie paittaforme, come Google, Facebook, Apple, Amazon, Microsoft, Baidu, Alibaba. Oltre alla mancanza di vero, equilibrato pluralismo e al rischio di un rallentamento dell'innovazione, Berners-Lee intravede un terzo problema, più grave dei precedenti: “Il fatto che il potere sia concentrato nella mani di poche società ha permesso di utilizzare il Web come un'arma, su larga scala. In anni recenti, abbiamo visto teorie del complotto emergere sui social media, falsi accounti diffondere tensioni sociali su Twitter e Facebook, attori esterni interferire in elezioni politiche e criminali rubare tesori di dati personali”.

 

 

 

Pur in assenza di risposte facili a problemi tanto complessi, l'inventore teorico del Web ritiene che “un framework di leggi o di regolamenti che rappresentino obiettivi sociali potrebbe contribuire a ridurre queste tensioni”. Ed è vero, da un lato, che la responsabilità, o “talvolta il peso” delle decisioni che influenzano il funzionamento della Rete deve ricadere su queste stesse aziende che la dominano. D'altra parte, chiunque può contribuire alla causa di un Web più pluralista, più innovatore e meno soggetto al rischio di diventare un'arma: “Mettiamo insieme le menti più brillanti del mondo delle aziende, della tecnologia, dei governi, della società civile, dell'arte e dell'universitò per affrontare le minacce sul futuro del Web”, esorta Berners-Lee. E chissà che Internet non arrivi al suo trentesimo compleanno avendo intrapreso questo nuovo corso, certo di non breve durata.

 

 

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