27/10/2014 di Redazione

Nuovo disegno di legge: il WiFi pubblico diventa obbligatorio?

Una proposta sottoscritta da 106 parlamentari veorrebbe destinare 5 milioni di euro ai pubblici esercenti con negozi superiori ai 100 metri quadri, ad aeroporti, stazioni e altri luoghi cittadini: sedi che non solo potranno, ma dovranno obbligatoriamente

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Una nuova proposta legislativa potrebbe imprimere un’accelerata alla diffusione del WiFi pubblico e gratuito in un’Italia dove ancora questo privilegio è riservato a poche aree di grandi città. Negozi, scuole, aeroporti, stazioni, mezzi pubblici e altri luoghi ad alta frequentazione sono al centro del disegno di legge (“Disposizioni per la diffusione dell’accesso alla rete Internet mediante connessione senza fili”)  promosso dal PD e sottoscritto da 106 parlamentari, secondo il quale entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge “tutti gli esercizi commerciali, le associazioni culturali aperte al pubblico, i taxi, gli esercenti attività di noleggio con conducente, i bus privati, i treni e gli aerei registrati in Italia hanno l’obbligo di dotarsi di collegamento alla rete Internet e renderla disponibile tramite tecnologia wireless basata sulle specifiche dello standard IEEE 802.11 (WiFi), consentendo l’accesso a tutti a titolo gratuito e senza necessità di utilizzare credenziali di accesso e password”.

I pubblici esercenti (o meglio quelli con punti vendita da oltre 100 metri quadri e con almeno due dipendenti) e i servizi di trasporto, quindi, non soltanto saranno tenuti a dotarsi di reti WiFi, ma dovranno renderle fruibili secondo diposizioni precise, ovvero senza la necessità di registrazioni e senza log in tramite parole chiave. Per chi non si adegua si prevedono multe fino a 5mila euro.

Il tutto, ovviamente, è ancora ipotetico. In caso di approvazione della proposta, ai soggetti interessati dal "WiFi obbligatorio" saranno destinati 5 milioni di euro per l’acquisto delle tecnologie necessarie all’allestimento della rete.

“Con questa proposta vogliamo assicurare l’accesso alla rete a cittadini e consumatori, con modalità semplici e a portata di mano”, ha spiegato Sergio Boccadutri, il deputato autore del disegno di legge. Se il principio di un servizio WiFi, gratuito e democraticamente disponibile è inattaccabile, meno lo sono i dettagli tecnici: per reti così concepite, situate in luoghi pubblici e senza alcun tipo di limitazione all’accesso (per esempio, impostando delle sessioni "a tempo" che scadano automaticamente dopo un tot di minuti) c’è il concreto rischio di non poter sostenere il traffico e l’elevato numero di device connessi. L’assenza di password genera poi ovvie preoccupazioni di sicurezza e privacy dei dati.

Insomma, la proposta nata in seno al PD può essere considerata un punto di partenza su cui lavorare. Nelle intenzioni dei promotori, “il WiFi gratuito avrà un forte impatto culturale e favorirà la ripresa dell’economia, a cominciare dalle imprese e dal turismo”, ha dichiarato Boccadutri. Quel che è certo, al di là degli slogan, è come in Italia l’accesso veloce alla Rete non sia ancora un bene di tutti: secondo i più recenti dati del Politecnico di Milano, meno dell’1% della popolazione oggi è già raggiunto dalla connettività a 30 Megabit, a fronte del 6% della media europea.

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