06/02/2017 di Redazione

Oggetti sempre carichi con il wireless a ultrasuoni di uBeam

Oggetti sempre carichi con il wireless a ultrasuoni di uBeam L'azienda ha mostrato per la prima volta il funzionamento del proprio sistema di ricarica wireless basato sulle onde acustiche non udibili dall'orecchio umano. Potrà alimentare smartphone, ma

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Il primo sistema di ricarica wireless a ultrasuoni fa le presentazioni. Padre di questa invenzione è uBeam, azienda composta da un team di inventori e scienziati che a questa tecnologia lavora da anni, ma che solo pochi giorni fa ha per la prima volta ha dato una dimostrazione pubblica del suo funzionamento. Grazie a una sorgente di ultrasuoni – del tutto simile a uno speaker, che però emetta onde sonore ad altissima frequenza, non udibili dall'orecchio umano – è possibile ricaricare uno o più dispositivi, per esempio smartphone. L'elemento intermedio è un ricevitore che converte le onde in energia elettrica, a beneficio della batteria del device.

A Los Angeles, sul palco della conferenza Upfront Summit, Il Ceo di uBeam Meredith Perry ha curiosamente chiesto di non pubblicizzare la demo (promessa non mantenuta da alcuni dei presenti, che hanno catturato e pubblicato suTwitter dei brevi video) di una tecnologia che in passato aveva già destato molta curiosità ma anche diverse critiche. Fin dal 2011, al debutto del primissimo prototipo, tecnici e osservatori avevano avanzato dubbi sulla sicurezza di questo metodo, basandosi anche sulla posizione ufficiale della Food and Drug Administration statunitense in merito agli ultrasuoni applicati ad altri ambiti.

Nella medicina, per esempio, sono utilizzati per la cura del dolore e per l'imaging, ma con l'indicazione prudenziale di limitarne l'impiego sulle donne in gravidanza. Il lieve calore prodotto dall'ultrasuono a contatto con i tessuti biologici è l'incognita che ancora preoccupa o che può preoccupare se applicata a oggetti di uso quotidiano come i caricatori di dispositivi elettronici.

 

Nel video pubblicato da un utente su Twitter si dimostra la ricarica di uno smartphone Android

 

 

Finora uBeam ha sempre ribadito la sicurezza della propria tecnologia, rifiutandosi però (per comprensibili ragioni di difesa dall'occhio lungo della concorrenza) di rivelare dettagli sul suo funzionamento. Dalla dimostrazione offerta sul palco di Los Angeles si comprendono i vantaggi di questo metodo rispetto alle stazioni di wireless charging classiche, su tutti quello di non dover “parcheggiare” il dispositivo sulla base di ricarica ma di poterlo spostare liberamente.

Alcuni dettagli tecnici, come per esempio la frequenza d'onda impiegata, restano ancora segreti, ma più volte uBeam ha ribadito come si tratti di una tecnologia sicura. La trasmissione delle onde parte dalla sorgente e arriva al ricevitore, senza poter raggiungere oggetti o individui nel lungo raggio. “Se una persona fosse esposta alla fonte di ultrasuoni di uBeam”, si legge sul sito dell'azienda, “il 99,9% delle onde sarebbero rimbalzate dalla pelle, esattamente come succede con una luce fluorescente o con i sensori di parcheggio o con qualsiasi altra fonte di ultrasuoni utilizzata abitualmente”. L'azienda ha in tasca una trentina di brevetti e mira ad applicarli non solo alla ricarica di smartphone e tablet, ma anche di notebook, fotocamere digitali, smartwatch, ventilatori, e lampadine smart.

 

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