24/02/2016 di Redazione

Oppo riduce i tempi di ricarica degli smartphone a 15 minuti

Il produttore cinese ha annunciato la tecnologia Super Vooc, compatibile però solo con i propri cellulari con batterie da 2.500 mAh. Uno speciale algoritmo regola la corrente in modo dinamico e permette di contenere il surriscaldamento.

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Da zero a cento in 15 minuti. Non si parla di automobili, ma della velocità di ricarica promessa da Oppo: dal Mobile World Congress di Barcellona l’azienda cinese ha svelato una nuova tecnologia, ribattezzata Super Vooc, in grado appunto di ridare piena vita a uno smartphone in un quarto d’ora. Al momento permangono però due scogli insuperabili all’ampia diffusione della tecnologia: la batteria deve essere da 2.500 mAh e il cellulare deve per forza essere marcato Oppo. Quindi, almeno per ora, sarà difficile vedere consumatori occidentali approfittare di Super Vooc, in quanto l’azienda è presente praticamente soltanto nella natia Cina e nel sud-est asiatico. A livello globale, nel 2015 Oppo ha venduto circa cinquanta milioni di dispositivi. Ma la notizia rimane comunque di rilievo, perché potrebbe dare un’ulteriore scossa a un settore da tempo in fermento.

Sono infatti diverse le aziende impegnate nella ricerca di modi più rapidi per caricare smartphone e tablet sempre più voraci. La tecnologia Quickcharge 3.0 introdotta da Qualcomm sui system-on-chip Snapdragon 820 consente di ricaricare un cellulare fino all’80% in soli 35 minuti. Per non parlare delle sperimentazioni nel campo del “rifornimento” wireless, su cui sono impegnati praticamente tutti i grandi nomi dell’hi-tech.

Uno dei principali problemi della ricarica ultraveloce, vale a dire il surriscaldamento delle batterie, sarebbe stato risolto da Oppo grazie a particolari algoritmi in grado di mantenere bassa la temperatura, inviando impulsi a bassa tensione, e capaci di regolare la corrente in modo dinamico. Super Vooc, compatibile sia con connettori microUsb sia con Usb Type-C, nasce in realtà nel 2014 nei laboratori del gruppo cinese: ma solo altri due anni di lavoro hanno portato il vendor a sviluppare un metodo capace di raggiungere l’impressionante velocità di oggi.

 

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