16/12/2016 di Redazione

Oracle cresce con il cloud, Safra Catz segue Donald Trump

La Ceo è entrata a far parte del team di transizione a supporto del neoeletto presidente statunitense. Nel trimestre terminato a fine novembre la società di Redwood non è riuscita a far crescere il fatturato totale, ma in compenso ha visto volare le vendi

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Dopo la delusione di chi sperava nella vittoria di Hillary Clinton, la Casa Bianca guadagna una “quota rosa” prelevata direttamente dai piani alti dell’industria Ict: è Safra Catz, uno dei due amministratori delegati di Oracle (l’altro è Mark Hurd). La dirigente andrà a far parte del team di transizione del neoeletto Donald Trump, stando alle indiscrezioni riportate da TechCrunch e a conferma di precedenti chiacchiere su una vicinanza fra Catz e il numero uno del Partito Repubblicano. In realtà non ci sono prove di particolari simpatie destrorse della Ceo, che durante la campagna presidenziale non si è esposta a favore di alcun candidato. A differenza del miliardario presidente e Cto di Oracle, Larry Ellison, noto sostenitore (e finanziatore) del fronte repubblicano.


Quel che più conta sottolineare, forse, è l’attenzione che Trump sta riconoscendo al mondo Ict, un importante pilastro economico del Paese che fa da culla alla Silicon Valley. Nell’incontro tenutosi ieri nella Trump Tower di New York, il successore di Obama ha fronteggiato i massimi dirigenti delle più importanti compagnie tecnologiche statunitensi, fra cui Eric Schmidt e Larry Page (Alphabet), Tim  Cook (Apple), Satya Nadella e Brad Smith (Microsoft), Jeff Bezos (Amazon), Chuck Robbins (Cisco), Sheryl Sandberg (direttore operativo di Facebook), Elon Musk (il Ceo di Tesla Motors, dichiarato sostenitore di Hillary Clinton, è stato aggiunto all’ultimo momento alla lista degli invitati) e, appunto, Safra Catz. Con la singolare assenza di dell’amministratore delegato di Twitter, Jack Dorsey.


Prima dell’incontro, Catz aveva avuto modo di dichiarare la propria disponibilità a collaborare con il presidente eletto, con la speranza di ottenere per il settore hi-tech una riforma delle leggi fiscali, un riduzione dei vincoli burocratici e nuove regole per gli accordi commerciali. Ora, l’ingresso nel team di esperti che supporteranno Trump nel periodo di transizione non priva la Ceo del suo ruolo all’interno di Oracle.

Impegno politico a parte, Safra Catz e il collega Mark Hurd in questo momento staranno forse pensando al non esaltante risultato trimestrale della loro azienda, come emerso dai numeri svelati ieri. Il secondo quarter (chiuso il 30 novembre) dell’anno fiscale 2017 ha segnato un calo dell’utile netto Gaap dell’8% rispetto all’analogo periodo di un anno prima, cioè un ribasso da 2,197 a 2,03 miliardi di dollari. Il fatturato trimestrale si è mantenuto stabile, o meglio è cresciuto dell’1% a valuta costante e dello zero 0% su base Gaap: oltre 9 miliardi di dollari.

 

 

 


 

Va però evidenziata la continua e forte ascesa dell’offerta cloud, che nel caso di Oracle significa soprattutto Software-as-a-Service e Platform-as-a-Service. Le componenti SaaS e PaaS, insieme, sono cresciute anno su anno di oltre l’80%, mentre il valore dello IaaS è salito del 6%, secondo criteri Gaap. Il valore della nuvola di Oracle supera ormai il miliardo di dollari fatturati a trimestre: 1,053 miliardi nel secondo quarter, per l’esattezza, ovvero il 12% del giro d’affari totale. Un anno fa tale quota si limitava al 7%. “Più cresciamo nel cloud, più andiamo veloci”, ha dichiarato Catz. Da parte di Mark Hurd non è mancata una frecciatina alla concorrenza: “Oracle”, ha scritto il co-amministratore delegato, “ha superato Salesforce.com diventando il primo vendor di applicazioni SaaS per aziende con oltre mille dipendenti, stando al più recente report di Idc”.

 

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