Intel ha annunciato di avere creato una versione del processore Xeon E7 x2 progettata ad-hoc per funzionare con i software Oracle. Si presume che il nuovo chip possa essere impiegato per migliorare le prestazioni del nuovo Exadata Database X4-8, un prodotto indirizzato al data warehousing e allo svolgimento di compiti pesanti come l'elaborazione delle transazioni online (OLTP).
Grazie al nuovo chip di Intel, inoltre, le macchine Oracle potrebbero essere controllate via software per apportare modifiche on-the-fly atte ad allocare meglio le risorse quando necessario. Questa notizia contribuisce a completare il puzzle delle indiscrezioni circolate nei mesi scorsi riguardo ai rapporti fra Oracle e Intel.
Il mese scorso Diane Bryant, vice presidente senior e direttore generale del Data Center Group di Intel, aveva detto che era al lavoro per combinare una CPU Xeon E5 e un FPGA nello stesso package, tramite il QuickPath Interconnect (QPI), che avrebbe consentito "l'accesso diretto dell'FPGA alla gerarchia della cache dello Xeon e al sistema di memoria".
Dall'altro canto Oracle aveva annunciato In Memory per accelerare l'analisi dei dati mediante query più veloci che permettessero alla aziende di raccogliere, archiviare e analizzare crescenti quantità di informazioni da Internet, nell'ottica dell'Internet of Things.
Adesso sappiamo che i due progetti erano con tutta probabilità legati a doppio filo, e che presto ci saranno sistemi hardware e software altamente specializzati.