Oracle, il machine learning rende autonome le transazioni
Il nuovo Autonomous Transaction Processing in cloud del vendor sfrutta l’intelligenza artificiale e l’automazione per mettere nelle mani dei dipartimenti It una soluzione in grado di ripararsi e aggiornarsi da sola, garantendo downtime inferiori ai 2,5 minuti al mese.
Pubblicato il 22 agosto 2018 da Redazione

Prosegue la scommessa di Oracle nell’automazione gestionale dei database. L’azienda ha annunciato Autonomous Transaction Processing, una nuova offerta contenuta in quell’Autonomous Database Cloud Service svelato un anno fa. Il nuovo servizio è stato progettato per gestire applicazioni impegnative in diversi mercati: dal finanziario al retail, passando per la manifattura e il settore pubblico. La soluzione, in modo complementare ad Autonomous Data Warehouse, supporta mix di carichi di lavoro legati a high-performance transaction processing, reporting, batch e analytics. Senza contare la possibilità di individuare frodi informatiche in tempo reale agendo su dati transazionali.
Gli elementi fondanti del nuovo componente di Oracle sono gli stessi del database autonomo: capacità di auto-riparazione, aggiornamenti che non richiedono l’intervento umano e disponibilità del 99,995 per cento. Questo significa tempi di downtime inferiori ai due minuti e mezzo al mese, inclusa la manutenzione standard.
Gli algoritmi integrati di apprendimento automatico consentono di sviluppare applicazioni che realizzano previsioni in tempo reale, liberando dalla routine i dipartimenti It. I risultati sono la possibilità di concentrarsi su attività a maggior valore e il conseguente aumento della produttività dei team.
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