29/07/2014 di Redazione

Oracle Linux 7 promette affidabilità per applicazioni critiche

La nuova versione della piattaforma introduce alcuni miglioramenti (sull’onda di quanto fatto in Red Hat Enterprise Linux) e il supporto a OpenStack, promettendo affidabilità e performance per applicazioni business-critical.

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Mentre a Pechino, nel corso del CloudWorld ospitato al China World Summit Wing, l’offerta di soluzioni cloud è stata presentata ai clienti e partner cinesi, Oracle ha annunciato la nuova versione della sua piattaforma operativa, Oracle Linux 7, destinata all’esecuzione di qualsiasi applicazione basata su Linux e definita dall’azienda di Redwood Shores come “la migliore piattaforma operativa open source polivalente per il moderno data center”.

Come le precedenti, anche la versione 7 è facile da scaricare (da Oracle Software Delivery Cloud) e rende note pubblicamente tutte le correzioni di bug e gli errori di sicurezza, ed è disponibile gratuitamente. Questo significa che una versione piena compilata di Oracle Linux 7 è disponibile per chiunque senza costi, e con la possibilità di farne qualsiasi uso, mentre il supporto 24/7 è a pagamento (e attualmente conta circa 12mila clienti).

Al pari della nuova versione di Red Hat Enterprise Linux, Oracle Linux 7 introduce miglioramenti per XFS, Btrfs, Linux Containers (LXC), DTrace, Ksplice e Xen, oltre alla release 3 di Unbreakable Enterprise Kernel e al supporto al cloud di OpenStack. Questa versione, inoltre, promette di offrire performance e affidabilità per supportare carichi di lavoro business-critical, come quelli di Oracle Database 12c.

Wim Coekaerts, senior vice president della divisione Linux and Virtualization Engineering, ha sottolineato che con Oracle Linux 7 gli utenti “hanno più libertà di scegliere le tecnologie e le soluzioni che assecondano meglio i loro obiettivi di business. Oracle Linux permette di beneficiare di un approccio open a tecnologie emergenti, come OpenStack, e permette agli utenti di soddisfare i requisiti di performance e di affidabilità dei moderni data center”.

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