04/07/2016 di Redazione

Oracle prova a sdoganare Sparc con il “low cost” di S7

L’azienda ha presentato una nuova versione dei propri microprocessori, più leggera rispetto alla M7. La soluzione ha 8 core e lavora a 4,27 GHz. Rimane tutta la componente di Software in Silicon, ma cambia l’ambito applicativo: via libera ad Hadoop, Java

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Sparc non è un mondo inaccessibile. Per provarlo, sottolineando come la piattaforma sia adatta anche per il cloud, Oracle ha svelato la versione “light”, chiamata S7, del proprio microprocessore M7. La novità è alla base di due nuovi server e di un sistema preconfigurato. A differenza del modello lanciato nel 2015, la soluzione dispone ora infatti di otto core (contro i 32 precedenti) e lavora esclusivamente alla frequenza di 4,27 GHz. Per ridurre i costi, Oracle ha inoltre scelto di integrare direttamente nell’S7 alcuni elementi che, nel caso di Sparc M7, erano stati separati. Non cambia però una delle caratteristiche principali del microprocessore, vale a dire la componente di Software in Silicon che porta direttamente a livello hardware funzionalità come la crittografia e un acceleratore di analytics.

Grazie a queste specifiche e alle Api aperte la piattaforma è in grado di mantenere alti livelli di efficienza e di eseguire applicazioni di qualsiasi dimensioni con prestazioni maggiori (fino a dieci volte, secondo Oracle), con costi tipicamente associati a soluzioni di livello commodity e non di questa categoria. Il confronto è ovviamente con i server x86, i più diffusi anche per architetture cloud grazie alla loro scalabilità ed economicità.

Il colosso di Redwood Shores propone invece oggi due nuovi server rack basati su S7 e ribattezzati con poca fantasia S7-2 ed S7-2L. La prima è un’appliance 1U a doppio socket (i clienti possono acquistarla con una o entrambe le Cpu installate), con controller 10 Gigabit Ethernet e può ospitare fino a tre dischi da 2,5 pollici in diverse configurazioni (600 GB o 1,2 TB Sas, 400 GB Sas flash, 3,2 TB Nvme flas).

Il server S7-2L è invece una soluzione 2U, sempre a doppio socket, ma molto più capiente in termini di storage. In questo caso si arriva infatti a 24 dischi da 2,5 pollici o a 15 da 3,5 pollici. Il principale ambito di utilizzo di questa appliance è infatti quello delle applicazioni più “pesanti” e che richiedono prestazioni maggiori in termini di input e output. Per entrambi i server si parte da circa diecimila dollari.

 

Il server rack S7-2 di Oracle

 

Niente di davvero economico, ma secondo Oracle il prezzo, ovviamente maggiore rispetto alle soluzioni white box, dovrebbe comunque aiutare a cambiare i termini di paragone nei confronti delle piattaforme X86. Lo sdoganamento dei microprocessori S7 passerebbe quindi dal loro utilizzo negli ambienti Hadoop, Spark e Java: settori per cui la famiglia Sparc M7 non è stata progettata, in quanto sviluppata per workload in sistemi Crm ed Erp, che richiedono performance di un altro livello.

Ma, come detto in apertura, Oracle ha svelato anche il Minicluster S7-2, un cluster in “versione ridotta” che unisce due server S7-2 e un array di dischi di Oracle. In totale, il sistema preconfigurato mette a disposizione 32 core e un terabyte di memoria (in slot da 32 GB), oltre a una capacità totale di 16,8 TB sotto forma di unità Ssd e 48 TB di archiviazione tramite hard disk.

Pensato per il midmarket e compatibile con il Supercluster basato su Sparck M7, per i database e le applicazioni che è in grado di “tollerare”, la soluzione è stata progettata per il consolidamento di database e di applicazioni multi-tenant, le sedi remote e gli uffici distaccati e per sostenere le necessità degli ambienti di sviluppo e test.

Infine, il vendor ha introdotto il nuovo servizio di calcolo Sparc Cloud: una piattaforma di elaborazione entrata a far parte dell’offerta cloud di Oracle, che estende così la propria suite di servizi per la creazione e l’implementazione di applicazioni complesse. La novità viene proposta allo stesso prezzo delle soluzioni basate su architettura x86, con la stessa interfaccia gestionale.

 

Il sistema preconfigurato Minicluster S7-2 di Oracle

 

“Ma la vera domanda ora”, si è chiesta la testata specialistica The Next Platform, “è quando Oracle deciderà di far passare la piattaforma Exadata da Xeon a Sparc?”. Marshall Choy, vice president of product management for systems dell’azienda, ha spiegato che il gruppo continuerà a vendere sistemi basati su x86, ma non ha fornito maggiori dettagli sui piani futuri delle soluzioni S7. Offrire una variante di una piattaforma del genere su architettura Sparc potrebbe rappresentare un ottimo sprone per convincere i clienti dell’estrema bontà del proprio prodotto.

 

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