22/06/2012 di Redazione

Perché Microsoft ha cambiato le regole del gioco

L’annuncio del tablet Surface a proprio marchio ha aperto la discussione sul futuro prossimo del mercato dei computer mobili. La casa di Redmond troverà comunque il supporto necessario dai propri partner per imporre Windows 8 come prima alternativa ad App

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Gli analisti di Abi Research, relativamente alle potenzialità di vendita di Surface, il tablet a proprio marchio presentato questa settimana da Microsoft, sono scettici: avranno un piccolo impatto sul mercato dei pc a tavoletta quest’anno andando a catturare una quota di mercato dell’1,3% su scala globale a fine 2012. Perché una percentuale così bassa?



Perché, essenzialmente, il prodotto sarà in commercio non prima di ottobre e in secondo luogo perché la strategia messa in campo dal colosso di Redmond (a detta di Abi) non sembra avere tutti i requisiti per convincere gli utenti ad abbandonare l’iPad.


Interessante il quesito posto dagli analisti: “Is Microsoft suggesting that organizations will make the post-Pc era move toward a mobile computing device and ditch traditional desktop and clamshell form-factors, or is the company hoping that employees will gain access to multiple devices? So far, businesses have been opposed to buying incremental computing assets for users due to the support costs”.

Di certezze circa l’adozione di Surface gli esperti non ne hanno troppe e non in ultimo c’è anche il rischio di una volontaria e pericolosa frammentazione del sistema operativo, visto e considerato che di tablet brandizzati ne arriveranno sul mercato due, uno con a bordo Windows RT (per i chip a tecnologia Arm) e l’altro con Windows 8 Pro (per i prodotti a piattaforma Intel).


Altri autorevoli commentatori d’oltreoceano hanno invece subito ridimensionato la portata di un altro potenziale grosso rischio a cui andrebbe incontro Microsoft. E cioè quello di creare turbative ai suoi storici partner Oem, di cui rimarrà sì un privilegiato fornitore di sistema operativi ma di cui ne sarà anche un concorrente.

O meglio. Per i produttori di pc il fatto di trovarsi a scaffale un tablet griffato Microsoft certo non può far piacere ma non possono per contro pensare a una crociata contro la compagnia di Redmond. In altre parole Hp, Dell, Lenovo e tutti gli altri vendor hanno “dovuto” accettare loro malgrado l’entrata in campo di Surface e magari già trovato accordi sulle licenze di Windows 8 atti a “ricompensarli” per la fiducia dimostrata nei confronti del nuovo sistema operativo.


Da parte propria Microsoft può giocarsi tutte le carte per provare a scardinare il dominio nei tablet di Apple e prendere il posto di Google e del suo Android nel ruolo di piattaforma/ecosistema prima alternativa ad iOs. La scommessa, il cambio di strategia deciso da Microsoft, non è del resto una novità per l’industria tecnologica e proprio il gigante di Mountain View – con lo smartphone Nexus One – ha indossato per primo la doppia veste di fornitore di software operativo e di produttore di device a proprio marchio.

Il punto, fanno notare alcuni, è che di smartphone Nexus Google ne ha venduti molto pochi. E il rischio che Surface possa vivere lo stesso destino c’è e non è neppure trascurabile elevato.


E se si trattasse di rischio del tutto calcolato? Microsoft avrebbe cioè cambiato le carte in tavola lanciandosi direttamente nell’arena dei tablet per stimolare i produttori partner a spingere sulle capacità di Windows 8 e delle applicazioni sviluppate per la nuova piattaforma. Esattamente come ha fatto Google, con la non certo trascurabile differenza che la licenza di Android è gratuita e quella di Windows è a pagamento.



E se, come ha fatto intendere il founder di Acer, Stan Shih, la presenza di Microsoft nei tablet fosse per davvero temporanea e finalizzata solo a promuovere l’adozione di Windows 8 nell’unico comparto del mercato dei computer dove il suo sistema operativo non la fa da padrone?

Surface, insomma, altro non è che la testa di ponte per imporre al mercato, e quindi all’utenza, il verbo dei tablet Windows. E perché quello delle tavolette sia un segmento dove Microsoft vuole esserci a tutti i costi lo dicono i numeri: entro il 2013, circa la metà degli utenti Internet americani avrà in tasca un tablet (la stima è della Online Publishers Association) rispetto a circa il terzo degli internauti, il doppio di quelli del 2010, che ne possiede uno ora.



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