07/06/2016 di Redazione

Più flops per tutti: Stampede raddoppia per fini scientifici

L’Università del Texas inizierà i lavori per la seconda generazione del supercomputer, utilizzato già oggi dai ricercatori per simulazioni ed elaborazioni complesse. Il cervellone conterà su Cpu Intel Xon Phi da 72 core, interconnessioni a 100 Gbps e memo

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Sempre più potente e costoso. È il nuovo supercomputer Stampede 2, che probabilmente verrà attivato già nel 2017 nei laboratori del Texas Advanced Computing Center (Tacc) dell’Università del Texas (Austin). Un frutto di 30 milioni di dollari di investimento stanziati dalla National Science Foundation e dotato di tecnologie fornite da diversi vendor, tra cui figurano Intel, Dell e Seagate. Rispetto alla prima generazione, il nuovo supercomputer riuscirà a fornire una capacità di elaborazione di picco teorica di 18 petaflops (numero di operazioni in virgola mobile eseguite in un secondo dalla Cpu), raddoppiando così i numeri del primo modello di Stampede, costato 27,5 milioni di dollari. Una potenza quasi sconfinata, di cui potranno approfittare ricercatori e scienziati alla ricerca di piattaforme computazionali in grado di elaborare e simulare sistemi complessi.

Il raddoppio delle performance è stato reso possibile dai processori Xeon Phi di Intel (Knights Landing), appena introdotti sul mercato dal colosso di Santa Clara, combinati alle Cpu Xeon di prossima generazione. In questo modo, i costruttori approfitteranno di chip da 72 core realizzati con processo produttivo a 14 nanometri (contro i 61 core dei Knights Corner), in grado di offrire 3 teraflops per singolo core.

La trasmissione dei dati verrà affidata alla Omni-Path Architecture di Intel a 100 Gbps, superando così le prestazioni dell’interconnessione Infiniband Fdr a 56 Gbps del primo modello di Stampede. Dal punto di vista della memoria, il supercomputer disporrà di moduli Dram (Mcdram), caratterizzati da una larghezza di banda quadrupla rispetto alle memorie Ddr4. In questo modo, i moduli possono operare come un’enorme cache di terzo livello oppure come Ram convenzionale.

 

Fonte: Università del Texas

 

Alla fine dello sviluppo, che come detto dovrebbe concludersi nel 2017, il cervellone dell’ateneo texano sfrutterà anche della memoria non volatile 3D Xpoint per certi tipi di nodi. La tecnologia è stata svelata nel 2015 da Intel e Micron, ma non è ancora arrivata sul mercato. Le soluzioni Xpoint promettono una velocità maggiore rispetto alla memoria Nand, a prezzi però inferiori delle Dram oggi in commercio.

Stampede 2 dovrebbe entrare di diritto nella top five dei più potenti computer del mondo. Il leader indiscusso è ancora il cinese Tianhe-2, che tocca i 33,86 petaflops, ma il prossimo cervellone dell’Università del Texas potrà affrontare a testa alta altre macchine del calibro di Cray Titan e Ibm Sequoia, che offrono rispettivamente 20 e 16 petaflops di capacità di calcolo.

 

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