09/10/2019 di Redazione

Presente e il futuro dello Smart Manufacturing secondo Heppelmann

Ospite a Cernobbio del World Manufacturing Forum, Jim Heppelmann, Ceo e presidente di Ptc, ha accettato di parlare con IctBusiness di nuove tecnologie per la produzione.

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Classe 1964, Jim Heppelmann è un appassionato tecnologo, il profilo ideale per guidare Parametric Technology Corporation (Ptc), una multinazionale che conta circa seimila dipendenti e che si trova oggi in una posizione privilegiata, vale a dire al centro dell’incrocio tra i mondi It (Information Technology) e Ot (Operational Technology). Heppelmann ha tenuto un interessante keynote, centrato sulle prospettive di crescita ed evoluzione delle aziende manifatturiere grazie alla trasformazione digitale. Lo abbiamo incontrato ai margini dell'evento per capire meglio sia la strategia di Ptc sia gli scenari di un settore molto dinamico e caratterizzato da grandi potenzialità.

 

Jim Hepplemann, presidente e Ceo di Ptc

 

Come è cambiata Ptc negli ultimi anni?

Per trent’anni siamo stati leader del segmento del software per Computer Aided Design, poi del Product Lifecycle Management basato sul Web, e siamo stati tra i primi ad aiutare le aziende non solo a progettare i loro prodotti ma a gestire tutto il ciclo di vita. Ora la competizione si gioca sui campi di Internet of Things e Augmented Reality.

Che cosa significa in pratica?

Che siamo nell’era degli Smart Connected Products, un’era in cui persone e cose saranno connesse senza distinzione. Per questo ci vogliono fabbriche intelligenti, macchinari intelligenti e lavoratori intelligenti.

Molti associano a questa nuova rivoluzione un pericolo proprio per l’occupazione dei lavoratori.

Al contrario, le tecnologie aiutano e aiuteranno i lavoratori, rendendo sempre più disponibili le informazioni necessarie per svolgere con efficacia ed efficienza i loro compiti. Ptc aiuta le aziende a mettere in connessione le persone e le cose, favorendo al contempo la trasformazione digitale e la relativa cultura, indispensabile per dare ai dipendenti gli skill richiesti dalle nuove tecnologie.

Qual è il suo ruolo in questa trasformazione?

Forse non è un caso che io, ex Cto, sia diventato Ceo. Forse oggi c’è bisogno di qualcuno che creda fermamente nell’Internet delle cose applicata al mondo del manifatturiero, e io sono stato il primo sostenitore in azienda delle tecnologie Iot e Ar; non c’è stato bisogno che altri mi convincessero delle potenzialità di queste soluzioni.

 

La nuova sede di PTC a Boston

 

I linguaggi diversi usati dal mondo It e Ot sono una barriera allo sviluppo di queste tecnologie?

Sicuramente è una sfida da vincere, perché molte aziende si sentono da una parte o dall’altra della barricata. Per noi è facile, perché nel tempo abbiamo acquisito molte aziende del mondo Ot, e anche la partnership con Rockwell rientra in questa strategia di dialogo tra i due mondi.

Quale sarà la tecnologia che farà fare il prossimo salto al manufacturing?

Sicuramente l’applicazione delle tecnologie di Intelligenza Artificiale all’Iot e alla Realtà Aumentata sono i due fenomeni che al momento mi sembrano più interessanti; l’Ar, in particolare, esploderà sicuramente e avrà un impatto enorme quando, fra non molto, gli smart glass saranno più comodi e gradevoli.

Come percepisce la realtà industriale italiana?

Le aziende con cui sono entrato in contatto mi sono sembrate decisamente interessanti nelle loro strategie di trasformazione digitale, a tratti perfino aggressive nel modo in cui usano la tecnologia. Mi sembra di poter dire che le imprese italiane, soprattutto di dimensioni medie (quelle più significative nel vostro tessuto) stanno cercando di differenziare i prodotti/servizi ma anche di aumentare la competitività grazie alle nuove tecnologie.

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