05/01/2013 di Redazione

Presidente di Google in Corea del Nord: è polemica

Eric Schmidt, presidente di Google, partirà per la Corea del Nord entro fine mese. Ufficialmente non si tratta di un viaggio d'affari, ma il Dipartimento di Stato ha già espresso il suo scetticismo e non mancano le ipotesi su possibili accordi strategici

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Il Presidente esecutivo di Google Eric Schmidt andrà in Corea del Nord, probabilmente già entro la fine del mese. Quello che sulla carta è stato definito un "viaggio privato" sta scatenando interrogativi da tre giorni e ha creato non poche polemiche da parte del Governo Statunitense.

"Francamente non pensiamo che la tempistica di questo viaggio serva a qualcosa" ha fatto sapere la portavoce del dipartimento di Stato Americano Victoria Nuland, per nulla contenta della notizia. Difficile biasimarla, considerato che prima di Natale la Corea del Nord ha lanciato un missile sostenendo ufficialmente di portare avanti un pacifico programma spaziale, ma violando in realtà le risoluzioni dell'ONU che le vietano il lancio di missili.

Eric Schmidt

Oltre tutto non ci sono rapporti commerciali fra Stati Uniti e Corea del Nord per il divieto di importazione di prodotti americani, e il regime di Pyongyang applica una delle censure più restrittive al mondo in tema di navigazione Internet. Solo pochi selezionati cittadini possono accedere al world wide web così come lo conosciamo, gli altri sono limitati a navigare in una intranet supercontrollata.

È proprio sul perché del viaggio di Schmidt che si stanno scatenando le ipotesi più disparate. La BBC parla di una missione umanitaria, dato che ad accompagnare il 45mo uomo più ricco d'America (secondo la classifica di Forbes, N.d.R.) ci sarà Bill Richardson, ex governatore del Nuovo Messico spesso impiegato nelle missioni umanitarie nei Paesi che non hanno relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti.

Alcuni analisti sostengono tuttavia che il viaggio di Schmidt celi ragioni strategiche. Peter Beck, dell'organizzazione no profit sud coreana Asia Foundation, ha spiegato all'agenzia Reuters che la trasferta potrebbe "far parte della visione globale di Google di diffondere il web libero nel mondo, e la Corea del Nord è l'ultima frontiera".

Il profumo degli affari si intensifica quando si leggono i contenuti del discorso alla Nazione tenuto dal giovane presidente Kim Jong-Un per salutare il 2013. Secondo le agenzie "sta puntando sulla scienza e la tecnologia per garantire lo sviluppo economico del Paese impoverito" e fra gli obiettivi ci sarebbe "l'introduzione di computer in ogni scuola e di macchinari digitalizzati in ogni fabbrica".

Un computer per ogni studente?

Victor Cha del Centre for Strategic and International Studies di Washington aggiunge che Kim Jong Un "ha chiaramente un debole per l'equipaggiamento della vita moderna. Se Google fosse il primo passo per aprire uno spiraglio nella chiusura di Pyongyang saremmo di fronte a uno sviluppo molto interessante".

Insomma se è da scartare a priori l'ipotesi dell'apertura di una filiale di Google in Corea del Nord o l'importazione in massa di prodotti americani, le opportunità sembrano non mancare. Per esempio Lim Eul-chul, esperto di Corea del Nord alla Kyungnam University della Corea del Sud, spiega che la Corea del Nord "potrebbe essere interessata probabilmente a prodotti di Google come la posta elettronica, le mappe e altri contenuti.

"La Corea del Nord ha fatto molti investimenti nella scienza e nella tecnologia, non solo per scopi militari, ma anche a favore dell'industria", quindi Pyongyang potrebbe chiedere a Google di fare da insegnante per i suoi esperti. Probabilmente è proprio quest'ultima ipotesi ad avere innervosito il Dipartimento di Stato: va bene che Schmidt abbia sempre sostenuto che con Internet e la tecnologia si combatte la povertà, ma condividere le proprie conoscenze con un nemico degli Stati Uniti è troppo.

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