15/03/2017 di Redazione

Processori Arm e Windows Server, matrimonio a porte chiuse

Microsoft ha confermato la notizia circolata nei giorni scorsi: i processori Arm non finiranno sull’edizione commerciale di Windows Server, ma saranno testati per uso interno all’interno di alcuni servizi di Azure. Almeno per il momento.

Era parsa una notizia bomba: i server con sistema operativo Windows avrebbero utilizzato anche processori con architettura Arm. Ma subito da Microsoft erano arrivate precisazioni sul fatto che la collaborazione avviata con Qualcomm e Cavium sia destinata a “uso interno”. Nessuna offerta Windows Server con l’opzione Arm è all’orizzonte, dunque, bensì questa alternativa servirà alla società di Redmond per diversificare e potenziare i servizi del cloud di Azure (basato proprio su Windows Server), grazie a sistemi di calcolo dal ridotto consumo energetico. In particolare, con il Progetto Olympo, si studieranno metodi in grado di aumentare l’efficienza e la capacità di archiviazione delle data center. La piattaforma Arm, inoltre, risulterà particolarmente indicata per studiare il funzionamento di applicazioni Big Data, di intelligenza artificiale, di indicizzazione, di storage e di gestione di database.

Questo Microsoft lo aveva già spiegato in occasione dell’Open Compute Project Summit e tramite un blogpost, ma ora da un’intervista di una nota forma di Zdnet, Mary Jo Foley, sono giunti nuovi dettagli. La casa madre di Windows userà i prodotti Arm esclusivamente all’interno dei propri data center: “La versione di Windows Server con Arm64 è solo per uso interno, destinata alla valutazione dei servizi Azure su server Arm”, ha risposto un portavoce dell’azienda alla giornalista. “Non abbiamo nient’altro da comunicare in relazione a progetti future in roadmap”. Il che comunque non esclude, in teoria, che una prossima estensione dei chip Arm in prodotti destinati ai clienti sia possibile.

Alla domanda della giornalista sul perché della scelta, il portavoce ha risposto che “Azure viene eseguita su Winsows Server, e dunque questa mossa consente di valutare internamente all’azienda l’uso di Arm64 come piattaforma per la delivery di alcuni servizi Azure”. Spiegazione che, ancora una volta, non riesce a suonare come una completa rassicurazione per chi, come Intel, utilizza l’architettura x86 e si augura di non veder scalfito il proprio dominio né oggi né domani.

Un ecosistema sano, composto da server Arm di diversi vendor, assicura uno sviluppo attivo di capacità tecniche come il core e il thread count, la cache, le istruzioni, le opzioni di connettività e gli acceleratori”. Variare è meglio, insomma, secondo la diplomatica risposta del portavoce di Microsoft.

 

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