10/11/2017 di Redazione

Qualcomm aspetta 12 miliardi di dollari da Xiaomi, Oppo e Vivo

I tre produttori di smartphone cinesi hanno firmato un memorandum d'intesa non vincolante, che li impegna (ma senza obbligo) a rifornirsi di componenti da Qualcomm per i prossimi tre anni, per una valore complessivo di oltre 12 miliardi di dollari.

immagine.jpg

È praticamente impossibile in questi giorni non parlare di Qualcomm: fra rumors di una possibile acquisizione da parte di Broadcom, ulteriori tappe della contesa con Apple e nuovi prodotti, il chipmaker è sotto i riflettori nel bene e nel male. Nella categoria delle buone notizie, o almeno potenzialmente buone, si colloca l'annuncio di un accordo di fornitura da 12 miliardi di dollari con tre grandi produttori di smarpthone cinesi, ovvero Xiaomi, Oppo e Vivo Communications, che dunque potrebbero presto adottare i chip Snapdragon all'interno di futuri modelli. Il ocndizionale è dovuto al fatto che l'accordo siglato è un memorandum d'intesa non vincolante, attraverso cui le tre aziende hanno espresso “un interesse nell'acquisto di componenti nel corso dei prossimi tre anni, per un valore aggregato non inferiore ai 12 miliardi di dollari”, si legge in una nota di Qualcomm.

La firma è stata apposta dagli amministratori delegati di Xiaomi (Lei Jun), Oppo (Chen Mingyong) e Vivo (Shen Wei), oltre che dal Ceo di Qualcomm, Steve Mollenkopf, durante una cerimonia svoltasi a Pechino e fra i cui partecipanti spiccavano il presidente cinese Xi Jinping e quello statunitense Donald Trump. Mollenkopf ha presenziato, insieme ad altri alti dirigenti di società Usa, in qualità di rappresentante della delegazione del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti.

Nel dirsi “onorato di rappresentare Qualcomm in questa importante delegazione”, il Ceo ha ricordato la “relazione di lunga data con Xiaomi, Oppo e Vivo” e si è impegnato a continuare a “investire e a favorire i progressi cinesi nel settore del mobile e dei semiconduttori”.

 

 

 

Fuori dalla retorica delle dichiarazioni ufficiali, tuttavia, l'azienda californiana non ha sempre avuto vita facile nella Repubblica Popolare, e basti ricordare la multa da 7,5 milioni di dollari patteggiata nel 2016 con la Securities and Exchange Commission (l'accusa era quella di aver corrotto ufficiali del governo cinese per favorire Qualcomm come fornitore di riferimento per le aziende telco statali). Il memorandum d'intesa, se tradotto in azione, potrà però garantire alla società californiana un sospiro di sollievo e nuova linfa, facendo recuperare parte delle spese legali del confronto con Apple e dei mancati introiti delle royalty. I numeri di Xiaomi e di Oppo, in particolare, sono un interessante trampolino di lancio: gli smartphone di entrambi i marchi stanno rapidamente rubando spazio alla concorrenza, posizionandosi subito al di sotto di quelli di Samsung, Apple e Huawei. Xiaomi, peraltro, ha appena iniziato a presidiare il mercato spagnolo ed è ipotizzabile una prossima espansione in altri Paesi europei.

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI