16/05/2017 di Redazione

Radici storiche e approccio fai-da-te per il cloud di Avantune

La società guidata da Ermanno Bonifazi nasce dalle ceneri di una realtà storica come Solgeniakhela. E insegue una visione molto innovativa: permettere al cliente di assemblare e gestire in libertà i servizi di cui ha bisogno, anche di fornitori diversi.

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Un nome nuovo nel panorama del cloud computing, ma con solide radici. Avantune nasce come rebranding di una realtà storica quale Solgeniakhela (all'epoca della fondazione, nel 1997, si chiamava Solgenia) e per iniziativa del suo stesso creatore, Ermanno Bonifazi. La nuova realtà dall'anima manageriale italiana e dalla vocazione internazionale – la sede centrale è a Toronto e sono coperti anche i mercati degli Stati Uniti e del Messico – propone soluzioni cloud in modalità self-service. Sempre di più, il cliente non solo si pone al centro delle strategie dei fornitori, ma può scegliere in proprio di cosa dotarsi, anche perché i nuovi big player del mondo tecnologico, che si chiamino Amazon, SalesForce. Spotify o Airbnb, hanno in comune un modello myself-centric, costruito su elementi che i fornitori tradizionali faticano a integrare: “Ibm, Microsoft o Cisco sono alle prese con una complessa trasformazione”, spiega Bonifazi, fondatore e Ceo di Avantune, “mentre il mondo digitale di oggi poggia su concetti come l’anytime-anywhere, il fulfilment immediato dei prodotti, l’estrema personalizzazione degli acquisti, la possibilità di eliminare rapidamente qualunque applicazione non gradita”.
 

Il marchio sta per Advanced Tuning”, spiega invece il chief strategy officer Pierfilippo Roggero, “ovvero sintonizzazione avanzata per supportare i clienti che vanno verso nuovi modelli digitali. Veniamo dalle soluzioni enterprise, ma le abbiamo reinventate per adattarle alle esigenze di flessibilità e personalizzazione delle aziende impegnate nei processi di trasformazione”. Dalla precedente esperienza deriva Powua, piattaforma di cloud provisioning abilitante per i modelli self-service: attraverso un'unica console si possono gestire e integrare i servizi di diversi provider, che siano quelli pubblici più famosi oppure soggetti specifici di fiducia delle aziende. “Il software è stato sviluppato tutto in-house, fra le strutture presenti in Italia e Canada”, riprende Bonifazi. “Nel tempo, abbiamo aggiunto strumenti di metering e monitoraggio per misurare i consumi, in modo da tenere sotto controllo quello che si usa in azienda o abilitare nuovi modelli di vendita”.

 

Su questa base, Avantune ha riprogettato gli applicativi già presenti in casa (Erp, Crm, risorse umane, analytics e gestione documentale) che oggi sono disponibili in una soluzione unica, in modalità cloud self-service e, più classicamente, on premise. La proposta Genialcloud ProJ 10, in particolare, assembla Erp, Crm, Scm e Hrm per gli ambiti del manifatturiero, della meccanica e dell’elettronica. Più in generale, Genialcloud non si presenta come una semplice suite applicativa, ma come un vero e proprio portale che consente alle aziende di scegliere in autonomia gli ingredienti dei quali necessita (piattaforma, applicazioni, livelli di utilizzo, luogo di allocazione dei dati e altro).

 

 

Attraverso questo modello, di fatto, Avantune intende posizionarsi non tanto come cloud provider quanto come orchestratore di servizi infrastrutturali e di hosting, soprattutto per fornitori regionali che intendano vendere servizi con logica self-service e vogliano puntare sulla chiarezza dei consumi: “Se Powua è già utilizzata da aziende come, per esempio, Saras, per controllare la propria rete di sistemi di videosorveglianza”, specifica Roggero, “GenialCloud è disponibile in varie versioni, da quella gratuita Social per start up e workplace provider, fino a quella Enterprise Private, ma si propone come leva per partnership con system integrator e service provider. Equinix, Bizmatica, IWay, Axxon, Microsoft, Amazon e Qubical fanno già parte di una rete che vogliamo espandere”.

La società dispone di un organico di 150 persone, oggi in gran parte concentrato in Europa, con un data center presente anche in Italia, a Cagliari. L’obiettivo per il 2021 è raggiungere le 250 unità, 95 delle quali in America. Avantune parte da una base di fatturato, realizzata nel 2016, pari a poco più di 20 milioni di dollari, attribuibile soprattutto al business ricorrente, a consumo o a canone, mentre per il 2017 è si punta ad arrivare a 23 milioni di dollari. Le ambizioni, però, sono assai più alte sul medio termine: “Vorremmo salire a 38 milioni nel 2019 e a 50 due anni dopo”, illustra il Ceo per l’area Emea, Giovanni Giancola. “Oggi, gran parte del nostro volume d’affari è realizzato in Italia o Europa, me fra quattro anni puntiamo a realizzare 28 milioni di dollari dove siamo già forti, 18 in America e 4 in Australia. Ci arriveremo con Investimenti soprattutto in partnership, risorse umane e comunicazione, per ottenere un Ebitda di 10 milioni di dollari nel 2021”.

 

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