04/07/2016 di Redazione

Raffica di novità da Red Hat, a dieci anni dal primo JBoss

L'application server è arrivato alla versione numero 7 e ha ricevuto un nuovo insieme di servizi: JBoss Core Services Collection. CloudForms tocca invece la release 4.1 e si arricchisce anche lo storage definito dal software di Ceph Storage.

immagine.jpg

Cala il sipario su un’edizione del Red Hat Summit piuttosto ricca di annunci tutti all’insegna dell’open source ma declinati su ambiti diversi, dallo storage all’Internet of Things, passando per le soluzioni di gestione degli ambienti fisici, cloud e ibridi. L’evento andato in scena a San Francisco è stata occasione per celebrare il decimo anniversario dall’acquisto di JBoss (proprietaria dell’omonimo application server open source), che di fatto ha segnato l’ingresso formale della società dal cappello rosso nel mercato dello sviluppo applicativo enterprise.

Diventata una divisione interna a Red Hat, Jboss ha portato negli anni a continue evoluzioni di una tecnologia, JBoss Enterprise Application Platform, oggi arrivata alla versione numero sette. JBoss Eap 7 combina le interfacce di programmazione applicativa (Api) di Java EE 7 con le più recenti tecnologie per il DevOps, come per esempio l’ambiente di sviluppo integrato JBoss Developer Studio, oltre a Jenkins, Arquillian, Maven e al supporto a numerosi framework Web e JavaScript. A detta di Red Hat, la piattaforma è adatta per la creazione di applicazioni tradizionali ma anche modulari, in stile microservizi.

JBoss Eap 7 è stato ottimizzato per ambient cloud e, se implementato con Red Hat OpenShift, offre i vantaggi dei container, load balancing, elastic scaling, monitoraggio dello stato di salute, e la capacità di implementare in un container direttamente dall’ambiente di sviluppo integrato.

A San Francisco è stato anche annunciato un nuovo insieme di servizi, JBoss Core Services Collection, contenente building block comuni di base per applicazioni enterprise, come Web single sign-on, Http load balancing e proxy, oltre a funzionalità di gestione e monitoraggio di applicazioni e servizi. I clienti con sottoscrizioni a Red Hat JBoss Middleware, senza costi aggiuntivi, riceveranno supporto online e telefonico, aggiornamenti, patch e correttivi di sicurezza per ogni versione e componente.

Spostando lo sguardo verso la nuvola, l’annuncio principale riguarda una nuova versione (la 4.1) di CloudForms, una piattaforma di management open source per ambienti fisici, virtuali e cloud, con supporto a macchine virtuali e container. L’aggiornamento introduce alcune funzionalità, a partire dal supporto alla Google Cloud Platform: si può utilizzare CloudForms per gestire ambienti basati sulla nuvola di Big G, includendo anche la gestione completa delle virtual machine, l’applicazione delle policy, il chargeback e il lifecycle management. Il già presente supporto a Microsoft Azure, invece, è stato esteso a una più ampia gamma di funzioni e strumenti.

In CloudForms 4.1 vengono introdotte, inoltre, funzionalità di software-defined networking per OpenStack Networking (Neutron), Amazon Web Services, Google Cloud Platform e Microsoft Azure. Va poi citata l’integrazione con Ansible Tower, la console gestionale del motore di automation Ansible. L’obiettivo è quello di permettere ai clienti di CloudForms di eseguire il provisioning di applicazioni e servizi complessi tramite il codice di automazione personalizzato.  Last but not least, fra i modelli di utilizzo di CloudForms è inclusa ora anche un’opzione più flessibile, che consente di usare un’unica sottoscrizione per la gestione di server fisici e/o di workload cloud.

“I clienti ci chiedono un modo per portare avanti rapidamente le loro strategie hybrid cloud e fanno presente l’esigenza di un’unica vista di gestione per gli ambienti fisici, virtuali e di nuvola”, ha commentato Joe Fitzgerald, vice president, management di Red Hat. “CloudForms oggi non solo supporta i public cloud più estesi del mondo, ma si integra con Ansible per semplificare in modo significativo l’automazione”.

In ambito storage, gli annunci riguardano le nuove versioni di Ceph Storage, e di Gluster Storage. Quest’ultimo, nella release 3.1, è stato integrato con la OpenShift Container Platform per poter offrire ai clienti un unico punto di gestione dei container. Più precisamente, Gluster Storage 3.1.3 permette agli sviluppatori di controllare sia lo storage sia le applicazioni ricorrendo a un solo piano di controllo con Kubernetes, all’interno di OpenShift Container Platform.

“La più recente release di Red Hat Gluster Storage è pensata per rispondere alle necessità delle organizzazioni che diventano sempre più dipendenti da microservizi e container”, ha spiegato Ranga Rangachari, vice president and general manager Storage di Red Hat. “Le tradizionali e monolitiche appliance storage non sono adatte a fornire storage flessibile e conveniente per le applicazioni stateful installate sui container Linux”.

 

La composizione dei partecipanti al Red Hat Summit

 

Nei giorni del summit c’è stato anche spazio per presentare un nuovo progetto open source Eclipse Foundation per la gestione dei dispositivi IoT edge. Eurotech contribuisce al progetto con la propria piattaforma di integrazione IoT-cloud, di cui fa parte il gateway ReliaGATE 20-26.

Dal suo ingresso nel mercato dello sviluppo applicativo, dieci anni fa, Red Hat è cresciuta fino a offrire più di una quindicina di prodotti e soluzioni di sviluppo, fra cui la piattaforma applicativa container OpenShift, la Red Hat Mobile Application Platform, e il programma Red Hat Developer. Sono attualmente più di 1.100 gli Indipendent Software Vendor (Isv) dotati di offerte che racchiudono tecnologie del portfolio middleware di Red Hat o che sono certificati per operare o integrarsi con le piattaforme Red Hat JBoss Middleware. L’ecosistema di canale include oltre 400 system integrator e strutture di consulenza.

A proposito di partner, nel summit appena concluso è stato presentato un nuovo programma di canale, OpenShift Primed, rivolto agli Isv che stanno integrando le loro soluzioni con OpenShift. Alla data del lancio, hanno già ottenuto la qualifica OpenShift Primed oltre 15 Isv, tra cui 3scale, 6fusion, Cloudbees, CloudMunch, Couchbase, Crunchy Data, Diamanti, Dynatrace, GitLab, Iron.io, NCINX, Nuage Networks, Pachyderm, Roambee e Sysdig.

 

 

ARTICOLI CORRELATI