07/07/2015 di Redazione

Rapporto Ocse, in Italia la Pa digitale è ancora una chimera

Il “Government at a Glance 2015” dell’organizzazione parigina descrive un Paese con scarsi rapporti “informatici” tra cittadini ed enti pubblici: nel 2014 solo il 20% degli abitanti della Penisola ha utilizzato il Web per chiedere informazioni alla Pubbli

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Italia e Pubblica Amministrazione digitale, storia di un rapporto difficile. Lo ha attestato l’Ocse nel suo ultimo rapporto “Government at a Glance 2015”, un documento in cui l’organismo internazionale analizza una serie di fattori chiave sulle capacità e le performance delle Istituzioni di vari Paesi del mondo. Il capitolo 10 è tutto dedicato ai governi digitali ed è qui che iniziano i veri dilemmi per l’Italia. Se il lato dei social network vede il nostro Paese quasi a metà classifica, con l’account Twitter @Palazzo_Chigi che raduna un numero di follower pari a circa lo 0,3% di tutta la popolazione nazionale – merito anche di un primo ministro affezionato ai tweet? –, altri aspetti ben più importanti certificano la Penisola come un’entità in grande difficoltà.

Ad esempio, quando il report dell’Ocse è andato in stampa, il nostro Paese contava meno di venti progetti Ict avviati dal governo centrale con valore superiore ai dieci milioni di dollari. Il Messico ne aveva 120, la Nuova Zelanda più di ottanta e il Giappone settanta. Distacchi abissali. Inoltre, i progetti italiani avevano una durata media superiore ai tre anni, il che, come nota la stessa Ocse: “espone a un maggior rischio di fallimento e a un probabile aumento del budget stanziato inizialmente”.

E come si pone la Pubblica Amministrazione della Penisola rispetto ai suoi concittadini? Questo è forse uno dei settori con il punteggio minore di tutto il report. Nel 2014, la percentuale di persone fisiche che in Italia ha utilizzato Internet per interagire con enti pubblici si è fermata al 20%. Dopo di noi, soltanto il Cile (8%). I Paesi nordeuropei sono tradizionalmente i più avanzati: Danimarca, Islanda e Svezia sono arrivate all’80%, Norvegia e Finlandia al 75% circa. La media Ocse è di poco inferiore al 50%.

 

 

Va meglio invece sul versante aziendale. L’anno scorso circa otto imprese italiane su dieci hanno utilizzato l’informatica per inviare documenti o contattare enti pubblici, probabilmente a causa anche dell’obbligo di fatturazione elettronica verso la Pa centrale, esteso poi alla amministrazioni locali a fine marzo 2015. C’è da dire però che il dato del nostro Paese è ancora inferiore – seppur di poco – alla media Ocse e che anche tutti gli altri Stati in questo campo di analisi si sono comportati abbastanza bene, scendendo raramente sotto la soglia del 70%. Insomma, la Penisola ha ancora molto da fare per approdare a un futuro digitale. Quindi, meno tweet e più impegno.

 

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