07/09/2018 di Redazione

Realtà aumentata e virtuale stupiscono: vantaggi oltre le attese

Un report di Capgemini evidenzia come in più di otto aziende su quattro l'adozione di soluzioni di AR o VR per le operations abbia prodotto benefici pari o anche superiori alle attese iniziali. Perché diventino mainstream servirà tempo.

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Magazzini, fabbriche, cantieri, negozi: i visori di realtà virtuale e aumentata si stanno pian piano facendo spazio, non come oggetto ludico (per il gaming e l'intrattenimento) ma come strumento di lavoro, di supporto alle operations. La missione “professionale” di questi oggetti e delle relative applicazioni sembra ben avviata, come testimoniato da un nuovo studio del Capgemini Research Institute, titolato “Augmented and Virtual Reality in Operations: A guide for investment” e condotto fra maggio e giugno di quest'anno su 709 dipendenti di altrettante aziende. Fra esse una buona parte, 603 realtà, sta già sperimentando a vari livelli l'adozione di soluzioni di realtà aumentata e/o di realtà virtuale per scopi di produzione industriale, gestione del magazzino, training dei dipendenti, progettazione di prototipi (automobili e aerei, per esempio), controllo qualità e altro ancora.

Si tratta quindi, tendenzialmente, di aziende di una certa dimensione (per tre quarti con fatturato annuo superiore al miliardo di dollari) e tecnologicamente evolute. Aziende che possono permettersi di investire più di altre, ma che fungono anche da esempio e anticipano il futuro. A detta del 46% degli intervistati, le soluzioni di AR e VR a supporto delle operations saranno impiegate su larga scala nelle proprie aziende entro i prossimi tre anni, mentre per il 38% è più verosimile un orizzonte temporale di cinque anni.

Si dovrà aspettare qualche anno, dunque, per assistere a un'adozione mainstream. Ma intanto le sperimentazioni stanno portando buoni frutti, a volte anche migliori delle attese: l'82% delle aziende che già impiegano la realtà aumentata e quella virtuale per migliorare le proprie operations dichiara di aver riscontrato benefici pari (7%) o superiori (75%) alle proprie aspettative iniziali.

 

 

 

Nell'automotive spiccano i casi di Porsche e di Ford. Nella casa automobilistica tedesca, i tecnici e il personale operativo da remoto indossano smart glasses sulle cui lenti vengono proiettate comunicazioni ed elenchi di operazioni da svolgere: si velocizzano così le comunicazioni, perché i colleghi possono visualizzare le medesime informazioni nello stesso momento. Nell'azienda statunitense, invece, si fa ricorso alla realtà virtuale per testare l'ergonomia e la sicurezza delle automobili dal punto di vista di persone più alte o più basse. Fra i testimonal della realtà virtuale c'è anche Airbus: grazie ai visori, chi lavora alla catena di montaggio può vedere mock-up digitali dei componenti degli aeromobili in costruzione. I tempi dei controlli si riducono da tre settimane a tre giorni.

 

 

 

La realtà aumentata ha già trovato spazio nel 45% delle aziende coinvolte nell’indagine, mentre la percentuale scende al 36% per quella virtuale. Le finalità d'uso sono disparate: consultare materiali tecnici in formato digitale, cercare un esperto in remoto, visualizzare componenti “nascosti” durante operazioni di montaggio (30%), visualizzare istruzioni passo dopo passo, visualizzare oggetti da varie angolazioni, simulare dinamiche e meccanismi di funzionamento di prototipi e altro ancora.

Per una più ampia adozione di queste tecnologie come supporto delle operations bisognerà lavorare su più fronti, creando consapevolezza, dedicando un team di persone ai progetti di AR e VR, investendo in formazione del personale e definendo in modo chiaro i casi d'uso. Ma per le aziende, sottolinea Capgemini, le prime due necessità sono la creazione di una cultura sul tema e l'integrazione di realtà aumentata e virtuale con le tecnologie esistenti.

 

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