13/07/2017 di Redazione

Red Hat OpenShift Online semplifica la vita agli sviluppatori

La piattaforma cloud per il deployment e l'hosting di applicazioni si aggiorna con nuove funzionalità, automatismi e integrazioni. Scaling automatico delle app, costruizione di immagini di container e dialogo diretto con gli ambienti Ide tra le novità.

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Semplificare la creazione, l'hosting e la distribuzione delle applicazioni è da qualche tempo il percorso intrapreso da molti vendor di servizi cloud di tipo PaaS, Platform-as-a-Service. Per Red Hat, questa offerta si chiama OpenShift Online e, dal suo lancio nel 2011, ha ospitato oltre tre milioni di applicazioni, frutto del lavoro di centinaia di migliaia di sviluppatori, startup, aziende e fornitori di servizi. Oggi il servizio PaaS si rinnova con alcune inedite funzionalità, automatismi e integrazioni con altre soluzioni, sempre nell'ottica di agevolare il lavoro di chi le applicazioni le crea, distribuisce e gestisce.

Come sottolineato da Red Hat, OpenShift Online consente di creare app cloud-native, con la possibilità di sfruttare gli ambienti container e senza il bisogno di preoccuparsi di “fastidi” come il provisioning delle risorse e la scalabilità delle applicazioni. Ci si può concentrare, insomma, soltanto sul codice (Java, Node.js, .NET, Ruby, Python, PHP e altri i linguaggi supportati) e sul miglioramento delle applicazioni stesse.

Una prima novità è il deployment semplificato: sono state aggiunte funzionalità di implementazione basate su comando “one-click” e “Git push”, per rendere più immediato provisioning e deployment delle applicazioni per sviluppatori e sysadmin. D'ora in poi, inoltre, grazie al dimensionamento (scaling) automatico delle applicazioni non sarà più necessario intervenire manualmente nel caso in cui un aumento del carico di utenti o traffico richieda più istanze applicative.

Terza novità, il PaaS di Red Hat usa adesso il framework source-to-image (S2I) per costruire immagini container riproducibili, eliminando così l'obbligo di comprendere i docker o di creare e gestire immagini docker. E consentendo agli sviluppatori di scrivere le applicazioni nel linguaggio di loro preferenza. In questo modo si riduce anche la possibilità di errore. OpenShift Online, inoltre, è ora integrato nativamente con popolari ambienti Ide (integrated development environments), tra cui Eclipse, Red Hat JBoss Developer Studio e Titanium Studio.

Altre nuove integrazioni, infine, sono state create fra gli Application Services di OpenShift e prodotti che fanno parte dell'offerta Red Hat JBoss Middleware, come servizi cloud-based su OpenShift. Questi servizi possono essere usati dagli sviluppatori per costruire applicazioni oppure possono essere integrati con altri sistemi, orchestrati treamite regole e processi, e poi implementati su ambienti ibridi. Alcuni flussi di lavoro ottimizzati rendono facile la configurazione e l'implementazione su framework come Spring Boot, Eclipse Vert.x, Node.js e Red Hat JBoss Middleware,

Il nuovo Red Hat OpenShift Online è già disponibile in due declinazioni: come servizio gratuito, compresivo di 1 GB di memoria e di 1 GB di storage, o come servizio premium proposto al costo di 25 dollari al mese per ogni gigabyte di memoria o storage aggiunto.

 

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