16/04/2018 di Redazione

Robotizzazione e software, il lavoro “automatico” ha i suoi rischi

La Robotic Process Automation può regalare produttività e ridurre gli errori, oltre a liberare i lavoratori dalle attività più ripetitive. Ma vanno considerati alcuni pericoli connessi alla gestione dei dati, come ci spiega il Ceo di Irion, Alberto Scavin

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Software e robotica stanno entrando sempre di più nelle aziende, non solo di quelle del comparto industriale ma in realtà di ogni genere e settore. Le tecnologie di Robotic Process Automation (Rpa) permettono di utomatizzare operazioni e processi, specie quelli più semplici e ripetitivi, a partire da sorgenti di informazione di vario tipo (database, file di Excel, dati del Web, ma sempre più anche immagini, video e altre forme di dati non strutturati). I vantaggi sono intuibili: si risparmia tempo, si diventa più produttivi, si elimina il fattore “errore umano”. I rischi non mancano, ma sono risolvibili con una corretta gestione dei dati, come ci illustra Alberto Scavino, Ceo di Irion.

 

Alberto Scavino, Ceo di Irion

 

Sempre più aziende fanno ricorso alle tecnologie di Rpa (Robotic Process Automation) con l’obiettivo di automatizzare i processi di business, sostituendo robot e automatismi all’operatore umano nell’interazione con uno o più sistemi software. I vantaggi di queste soluzioni sono molteplici: non richiedono interventi sulle applicazioni informatiche, possono essere realizzati da power user senza coinvolgere l’It, aumentano la velocità e il throughput delle lavorazioni, eliminano il rischio di errori umani e liberano l’operatore dalla frustrazione di eseguire attività ripetitive.

Nell’utilizzo sistematico della sola Rpa vi sono però dei rischi, connessi alla gestione dei dati, che vanno considerati e mitigati: proprio per questo, una strategia di Rpaefficace e sostenibile necessita un valido sistema di Enterprise Data Management. Infatti, se un robot è stato programmato per interagire con un’applicazione informatica poi modificata a insaputa di chi lo ha realizzato o lo utilizza, il suo funzionamento non è più garantito, con il rischio che le operazioni non vadano a buon fine o addirittura siano completate con esiti differenti da quelli attesi. Inoltre non è raro il caso in cui l’interazione incontri casistiche o eccezioni non previste in fase di configurazione. In generale, la manutenzione delle soluzioni realizzate attraverso i soli strumenti Rpa è a carico di chi le ha realizzate con costi, impegni e rischi da valutare preventivamente.

Secondo noi di Irion, software house italiana proprietaria di una piattaforma all-in-one per l’Enterprise Data Management, per sfruttare i soli effetti positivi della Rpa bisogna seguire un approccioSams”, basato cioè su quattro direttrici: Suitability (definire e applicare criteri per la valutazione dell’eleggibilità di un processo all’automazione, privilegiando semplicità, ripetibilità e stabilità); Architecture (prevedere, oltre alla Rpa, componenti fondamentali di Business Process Management e, soprattutto, di Rpa Enterprise Data Management); Management (definire e applicare un modello di produzione, gestione e manutenzione delle soluzioni di Process Automation, basato su coinvolgimento e collaborazione di business e It); Standard (seguire linee guida e convenzioni di implementazione e manutenzione che garantiscano l’efficacia e il funzionamento nel tempo).

Guardando nel dettaglio all’architettura di Process Automation, e considerando le esperienze dei nostri clienti, l’Enterprise Data Management svolge nella Rpa il compito centrale di determinare e applicare le regole basate sui dati che guidano l’articolazione del processo. L’utilizzo di una soluzione come Irion Efm garantisce, infatti, l’accesso alle fonti informative, la raccolta dei dati necessari a valutare la fattibilità e a calcolare le informazioni per il completamento del processo, la gestione delle regole basate su dati e le relative condizioni di applicabilità, la possibilità di controllo e tracciabilità delle operazioni, oltre alla produzione di report e cruscotti operativi.

 

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