22/09/2017 di Redazione

Royalty e battaglia legale internazionale: Apple prevale su Qualcomm

Il tribunale di San Diego, che da mesi ha in mano il caso, ha deciso che le mancate royalty non saranno saldate finché il chipmaker non stabilirà e dimostrerà il loro corretto importo. Andranno avanti, inolte, le cause avviate da Apple in Europa e Asia.

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Apple fa gol, anzi ne fa due, nella rete di Qualcomm. Il produttore di chip, almeno per il momento, non potrà incassare i soldi delle licenze che la Mela ha smesso di pagare per l'utilizzo dei suoi modem Lte all'interno degli iPhone, secondo quanto deciso dal giugice distrettuale Gonzalo Curiel. Il tribunale di San Diego, competente per il distretto Sud della California, da mesi sta valutando le testimonianze e argomentazioni delle due parti: lo scorso gennaio Apple aveva fatto causa, chiedendo un miliardo di dollari di risarcimento per pratiche anticoncorrenziali relativamente alla vendita delle licenze d'uso dei modem.

A detta della società di Cupertino, il chipmaker avrebbe chiesto cifre spropositate, corripondenti a cinque volte la somma corretta, per concedere l'uso di tecnologie essenziali per il funzionamento degli smartphone e dunque regolate dal principio Frand (Fair, Reasonable and Non-Discriminatory). Per questo l'azienda di Tim Cook aveva interrotto il pagamento di royalty giudicate irragionevoli. Da parte sua Qualcomm, già oggetto di indagine della Federal Trade Commission per presunte violazioni antitrust, aveva non solo ribadito il concetto di proprietà intellettuale, ma aveva a sua volta fatto causa sia a Apple sia a quattro suoi fornitori asiatici (Foxconn, Pegatron, Wistron e Compal) per ottenere il saldo dei debiti.

Alla complessa vicenda si aggiunge ora una nuova tappa. Qualcomm aveva chiesto un'ingiunzione preliminare che avrebbe obbligato Foxconn, Pegatron, Wistron e Compal a saldare i pagamenti interrotti su sollecito di Apple. Come si diceva, però, il giudice Curiel ha stabilito che il chipmaker non potrà ottenere i pagamenti delle royalty finché il corretto ammontare di queste ultime non venga determinato, ammesso che ciò avvenga. Spetta a Qualcomm, ora, calcolare una cifra che dovrà poi essere argomentata davanti al giudice.

 

 

 

In secondo luogo, Curiel ha rigettato la richiesta di Qualcomm di chiudere le cause avviate da Apple in diversi Paesi, fra cui Cina, Taiwan, Giappone e Regno Unito, e di spostare sul solo tribunale di San Diego la responsabilità di emettere una sentenza. Le cause andranno avanti, dunque, complicando ancora una vicenda che si trascina ormai dall'inizio dell'anno, ma soprattutto moltiplicando le spese legali delle due parti. Il che, come intuibile, è un problema soprattutto per Qualcomm e molto meno per il colosso di Cupertino.

 


 

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