01/12/2015 di Redazione

Samsung, Jong-Kyun Shin mangerà soltanto metà panettone

Il leader della strategia mobile del colosso è stato costretto a cedere il ruolo di head della divisione a Dongjin Koh, perdendo così una fetta notevole di potere. L’azienda è solita spostare le pedine dei manager una volta all’anno, ma raramente si erano

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Grandi movimenti di fine anno dalle parti di Samsung. Quello che è stato per sei anni il leader indiscusso della strategia mobile del colosso asiatico, Jong-Kyun Shin, è stato costretto per dinamiche interne a fare un passo indietro, cedendo una quota importante di potere. Shin non manterrà più infatti il doppio ruolo di head e president di Samsung Electronics e cederà il secondo titolo a Dongjin Koh, perdendo una notevole capacità di intervento sulle operazioni quotidiane. Koh, tra le altre cose, ha seguito finora lo sviluppo dei Galaxy S6 e dei Galaxy Note 5, oltre che il dipartimento di ricerca interno all’azienda. La decisione dei vertici societari significa solo una cosa: provare a invertire la rotta nel mercato mobile, dove un tempo Samsung non temeva alcun rivale e dove ora si trova a competere sia sul segmento top di gamma contro Apple, sia sui dispositivi Android cinesi di fascia media e medio-bassa (Huawei e Xiaomi).

Ma il pragmatismo sudcoreano potrebbe vincere sulla foga di rinnovamento radicale. “Koh e Shin sono praticamente la stessa persona, si assomigliano molto anche come formazione”, ha spiegato alla Reuters il professor Chang Sea-jin del Korea Advanced Institute of Science and Technology. “Non ci saranno grandi cambiamenti e Samsung continuerà a concentrarsi quasi esclusivamente sullo sviluppo hardware”, senza quindi imprimere una svolta al software e ai servizi, passo necessario secondo alcuni analisti per rivitalizzare il segmento mobile. Koh invece, al pari di Shin, ha un background ingegneristico e sarà difficile vederlo realmente all’opera sul software.

Gli osservatori più attenti conoscono l’abitudine del colosso sudcoreano di rimescolare le carte praticamente una volta all’anno, spostando i top manager a seconda delle prestazioni delle loro divisioni. Ma quella che è a tutti gli effetti una delle maggiori stroncature per un dirigente negli ultimi anni è anche la prima probabilmente guidata da Lee Jae Yong, vice chairman del gruppo e soprattutto figlio di Lee Kun Hee, chairman di Samsung (e terzo figlio del fondatore della società) colpito da un infarto lo scorso anno e ormai fuori dai giochi.

 

I risultati di Samsung nel mercato mobile non brillano ormai più da tempo

 

Rimasto sostanzialmente fino a qualche mese fa nell’ombra, Yong sembra ora deciso a prendere in mano con vigore le redini del gigante dell’elettronica. A luglio, per esempio, malgrado la netta opposizione dell’hedge fund Elliott Associates Lp, è riuscito a ottenere i voti necessari per l’approvazione di una fusione tra due aziende affiliate al conglomerato asiatico, Cheil Industries e Samsung C&T: operazione del valore di otto miliardi di dollari.

 

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