21/07/2020 di Redazione

Se la Cina si arrabbia, Nokia ed Ericsson sono a rischio

Qualora i paesi dell'Ue mettessero al bando Huawei, come è successo negli Stati Uniti e nel Regno Unito, il Ministero del Commercio del paese asiatico potrebbe colpire le società europee con controlli sulle esportazioni.

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Pechino sta valutando la possibilità di ritorsioni contro due importanti produttori europei di apparecchiature di telecomunicazione - Nokia ed Ericsson - se l'Unione Europea bandisse Huawei dalle reti 5G degli stati membri. Questo avviene dopo che il Regno Unito ha seguito l’esempio degli Stati Uniti e ha vietato l’utilizzo degli apparati dell’azienda cinese nella realizzazione della sua rete mobile di nuova generazione.

Il Ministero del Commercio cinese, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, sta valutando la possibilità di imporre controlli sulle esportazioni all’azienda finlandese Nokia e alla svedese Ericsson, azione che impedirebbero loro di spedire in altri paesi i prodotti che fabbricano in Cina.

Il 29 gennaio, l'Ue ha pubblicato il Cybersecurity of 5G networks - EU Toolbox of risk mitigating measures”, con l’obiettivo di identificare una serie di misure comuni per ridurre i rischi legati alla cybersicurezza nell’implementazione delle reti 5G. Nel documento allegato Pacchetti di strumenti dell’Ue per la sicurezza del 5G si legge: “Le reti 5G rappresentano il futuro pilastro delle nostre economie e società sempre più digitalizzate. Sono interessati miliardi di oggetti e sistemi connessi, compresi quelli usati in settori critici quali l’energia, i trasporti, le banche e la salute, nonché quelli usati nei sistemi di controllo industriali che trasportano informazioni sensibili e fanno da supporto ai sistemi di sicurezza. Garantire la cybersicurezza e la resilienza delle reti 5G è quindi essenziale. Al tempo stesso le reti 5G offrono ai responsabili degli attacchi informatici un numero maggiore di potenziali punti di accesso, per via di un’architettura meno centralizzata, dello smart computing ai margini della rete, della necessità di un numero più elevato di antenne e di una maggiore dipendenza dal software”.

Nello stesso documento l’Ue invita gli stati membri alla prudenza e in particolare a “valutare il profilo di rischio dei fornitori; applicare restrizioni adeguate ai fornitori considerati ad alto rischio, comprese le necessarie esclusioni per gli asset critici”. Non viene citato il nome di Huawei o di qualsiasi altra azienda ma, viste le polemiche e le perplessità sollevate da diversi paesi potrebbe essere sottinteso: in pratica l’Ue non si è esposta direttamente pur offrendo una scappatoia.

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