29/01/2020 di Redazione

Semaforo giallo per Huawei nel Regno Unito, sì al 5G ma con limiti

Il Consiglio di sicurezza nazionale britannico ha deciso di ammettere il vendor cinese nelle nuove infrastrutture di rete, ma non nelle “parti sensibili”. Ora si attende la relazione della Commissione Europea sui rischi legati al 5G.

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Il Regno Unito ha detto sì al 5G di Huawei, ma con qualche limitazione. Come ci si aspettava, il Consiglio di sicurezza nazionale riunitosi a Downing Street ieri ha deliberato che la società cinese potrà fornire la propria tecnologia alle nuove infrastrutture di rete britanniche, limitatamente però alle parti “non sensibili”. Ovvero quelle che costituiscono il cuore della rete o che risiedono nelle vicinanze di strutture militari o di impianti di energia nucleare. Anche per le parti periferiche e non sensibili della rete, in ogni caso, la quota di mercato di Huawei non potrà superare il 35%. Nel Regno Unito, d'altra parte, i principali carrier di telecomunicazione hanno già siglato con Huawei accordi commerciali per il 5G, e un'esclusione di quest'azienda dalle nuove infrastrutture di rete nazionali appariva improbabile.

 

Nicola Ann Morgan,  Segretario di Stato per il digitale, ha spiegato che “Vogliamo avere una connettività di prima classe non appena possibile ma la nostra sicurezza nazionale non può farne le spese. I vendor ad alto rischio non sono mai entrati né mai entreranno nelle nostre reti più sensibili”. Rassicurante il commento di Ciaran Martin, Ceo del National Cyber ​​Security Center britannico, secondo il quale la decisione “garantirà che il Regno Unito abbia una solida struttura, tecnica e concreta, per la sicurezza digitale negli anni a venire”.

 

Huawei ha accolto bene la notizia. "Siamo rassicurati dalla conferma che continueremo a lavorare con i nostri clienti per andare avanti sulla strada della realizzazione del 5G", ha commentato Victor Zhang, vicepresidente UK dell’azienda. “È una decisione che offre al Regno Unito l'accesso a una tecnologia leader a livello mondiale e garantisce la concorrenza del mercato". All’opposto, la scelta dell’esecutivo di Boris Johnson ha provocato l’ovvia reazione delusa degli Stati Uniti, un Paese in cui l’ossessione anti-cinese (forse più le rivalità politiche ed economiche che non il timore di cyberspionaggio) ha spinto l’amministrazione di Donald Trump a escludere Huawei dalle forniture degli enti governativi e anche dal commercio con le aziende statunitensi, salvo ottenimento di specifica licenza. Un alto funzionario dell’amministrazione Trump ha dichiarato a Reuters, chiedendo di restare anonimo, che “Non esiste un’opzione sicura per i fornitori considerati non attendibili per controllare qualsiasi parte di una rete 5G. Non vediamo l’ora di lavorare con il Regno Unito per il futuro che si traduca nell’esclusione dei componenti non attendibili dei fornitori dalle reti 5G”.

 

Non sono mancati commenti più coloriti, come quello del senatore repubblicano Tom Cotton, per il quale “la decisione è fortemente deludente per chi in America sostiene la relazione speciale”, cioè la relazione diplomatica preferenziale che lega Stati Uniti e Regno Unito. “Temo”, ha proseguito Cotton, “che Londra si sia liberata da Bruxelles solo per concedere la sovranità a Pechino. Ammettendo oggi Huawei nella costruzione delle reti 5G britanniche è come se durante la Guerra Fredda avessimo permesso al Kgb di realizzare la propria rete telefonica”.

 

Per argomentare a proprio favore e tentare di placare l’ira della Casa Bianca, Boris Johnson - riferisce Reuters - ha contattato Donald Trump per invitare le rispettive nazioni a collaborare nel favorire la libera concorrenza sul mercato del 5G. Detto con le parole dell’ufficio stampa di Downing Street, “Il primo ministro ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra Paesi affini per la diversificazione del mercato e per rompere il dominio di un piccolo numero di aziende”.

 

 

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