11/11/2013 di Redazione

Server Fujitsu alla velocità della luce con Intel

È firmato Fujitsu il primo server al mondo, ancora non in commercio, basato sulla fotonica del silicio. Il sistema sfrutta i cavi ottici di interconnessione di Intel, che permettono di aggiungere potenza computazionale su una Cpu esterna, senza aggiunger

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Il server più futuristico, ma già realtà, lo firma Fujitsu e ha un cuore Intel. Al Fujitsu Forum di Monaco le due aziende hanno presentato un prototipo, ancora non in commercio, basato sui connettori fotonici al silicio, cioè su una tecnologia di interconnessione ottica esterna PCIe Express (OPCIe) che sfrutta i cavi ottici Mxc di Intel. Si tratta del primo server al mondo che sfrutta l’utilizzo della luce per la trasmissione di dati, con il risultato – appunto – di poter operare “alla velocità della luce”.


I cavi ottici di Intel, infatti, possono che trasportaare dieci volte il bandwidth sostenuto dai normali cavi PCI Express, risultando inoltre estremamente più leggeri (un chilo contro un massimo di nove chili). E questo minore ingombro si rivela determinante in sistemi come i server rack, specialmente quelli 1U e 2U, che sono limitati da spazio e vincoli di consumo. A volte sia gli Oem sia gli utenti finali desiderano aggiungere maggiore capacità di archiviazione e Cpu a questi sistemi, ma lo spazio e la temperatura dovuta alla densità sono limiti insormontabili.

Una soluzione potrebbe essere quella di dislocare lo storage e i componenti computazionali su un blade o su un tray esterni, facendo in modo però che la Cpu risulti collocata sulla motherboard principale, oppure prevedendo un insieme di drive gestiti da un secondo server; in quest’ultimo caso, però, la necessità di trasferire messaggi da un server all’altro aggiungerebbe latenza. È possibile mettere comunque in pratica tutto questo con cavi in rame, ma solo a distanza sono limitate a causa delle interferenze elettromagnetiche, e in ogni caso aggiungendo peso e ingombro al sistema.

A meno di non ricorrere alla fotonica del silicio. La dimostrazione messa in scena a Monaco si è svolta collegando il server a un box di espansione esterno equipaggiato con altri nodi di calcolo e archiviazione, in modo da dimostrare non solo la velocità e la stabilità del collegamento, ma anche da far apparire la Cpu (che è stata completamente virtualizzata) come se fosse sulla motherboard principale. La novità consiste nell’aver usato i cavi ottici Intel Mxc.

Fujitsu ha preso due  server Primergy RX200 e ha aggiunto un modulo Intel Silicon Photonics in ognuno, accoppiandoli a un Fpga (field programmable gate array, hanno il compito d'interfacciare il PCI Express al sistema ottico) progettato da Intel. Usando la fotonica del silicio gli ingegneri di Fujitsu sono riusciti a inviare un protocollo ottico PCI Express tramite un connettore Mxc verso un box d’espansione. In quest’ultimo erano presenti diversi Ssd e coprocessori Xeon Phi, oltre al modulo Silicon Photonics e all’Fpga.

Risultato: non solo gli Ssd e le schede acceleratrici Xeon Phi sono apparsi al server RX200 come se fossero installati sulla motherboard, ma grazie al fatto che i fotoni si muovono a 300mila chilometri al secondo non c’è stata una latenza misurabile nella trasmissione. I calcoli effettuati, infatti, la attestano a 5 miliardesimi di secondo, praticamente un niente.


Con questo sistema Fujitsu è anche riuscita a usare la piena capacità di calcolo dei coprocessori Xeon Phi. “In un rack 1U standard sarebbe difficile se non impossibile integrare gli Xeon Phi”, sottolinea l’azienda, rimarcando anche il beneficio sul fronte del raffreddamento. Al momento non è chiaro quando Fujitsu e Intel intendano commercializzare le prime soluzioni basate sulla tecnologia d’interconnessione ottica Mxc.

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