15/09/2011 di Redazione

Server virtuali per tutti, ma in pochi fanno i backup

Una ricerca Commvault mostra come la virtualizzazione dei server continui a diffondersi velocemente tra le aziende, che la scelgono per ridurre i costi e proteggere i dati. Ma solo un'organizzazione su tre si preoccupa di creare backup periodici e frequen

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L'adozione della virtualizzazione dei server si fa sempre più veloce. Ai benefici si accompagnano però problematiche di protezione dei dati, scalabilità, ampiezza e prestazioni. Stanno quindi emergendo nuove strategie, che probabilmente si affermeranno nei prossimi anni. Una ricerca di CommVault mostra com'è cambiata la situazione rispetto allo scorso anno, e offre uno squarcio sul possibile futuro.

Sarebbero tre le ragioni principali per passare alla virtualizzazione del server: risparmi attraverso l'efficienza operativo, riduzione delle spese per hardware e licenze, maggiore semplicità di gestione.

Virtualizzazione secondo Commvault

Si virtualizzano i server anche per proteggere i dati in modo più efficace ed economico: i backup sono più veloci, i malfunzionamenti meno frequenti e i rispristini semplici e brevi. Per il 27% degli intervistati il miglioramento dei backup e del ripristino è una delle principali iniziative previste per il 2012. E tuttavia "il 90% degli interpellati ha detto di preferire un'unica soluzione di backup, a coprire sia gli ambienti fisici che quelli virtuali".

Dati che fanno un po' a pugni con le domande riguardanti specificamente le strategie di protezione messe in atto. "Solo il 35% degli interpellati ha dichiarato di effettuare il backup di tutti i server virtuali. C'è anche la necessità di un disaster recovery più efficace. Il 43% si affida alle sole copie di backup, mentre il 14% punta sulla replica software-based. Il 16%, addirittura, dichiara di non avere alcun piano di disaster recovery per il proprio ambiente virtuale".

"Il 33% degli intervistati dichiara di eseguire processi di restore o recovery dei dati nei propri ambienti virtuali circa una volta a trimestre. Il 23% li esegue una volta al mese, mentre il 16% si trova a ripristinare dati più o meno una volta alla settimana. La maggior parte degli intervistati (il 63%) effettua ripristini file-based di pochi file per volta, mentre il 23% dichiara di effettuare il restore di intere macchine virtuali".

"Oltre un terzo dei partecipanti alla ricerca ha citato tempi di ripristino inferiori alle quattro ore. L'11% ha registrato tempi compresi tra le due e le quattro ore, il 16% tra un'ora e due ore, un'ulteriore 16% ha dichiarato tempi di ripristino inferiori all'ora" con il software Simpana di CommVault.

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