21/08/2018 di Redazione

Si infiamma nuovamente la battaglia per la net neutrality

I procuratori generali di 22 stati Usa hanno chiesto a una Corte d’appello di introdurre le regole sulla neutralità della rete varate nel 2015. L’obiettivo è smantellare le norme volute da Donald Trump e dalla maggioranza dei repubblicani.

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Prosegue negli Stati Uniti la battaglia legale per reintrodurre la net neutrality voluta da Barack Obama nel 2015. Ventidue procuratori generali di altrettanti stati a stelle e strisce hanno formalmente chiesto a una Corte d’appello di sostituire l’impianto normativo votato a fine 2017 dalla Federal Communications Commission (Fcc), che è andato a rimpiazzare la neutralità della rete come era stata intesa dai democratici tre anni fa. Secondo i procuratori, la nuova legge, fortemente voluta da Donald Trump e dalla Fcc a trazione repubblicana, “danneggerebbe i consumatori”. Secondo le norme entrate ufficialmente in vigore a giugno, operatori telefonici e fornitori di connettività non vengono più considerati come fornitori di servizi essenziali (alla stregua delle utility) e quindi fondamentali per il pubblico, ma come “normali” aziende private.

Le telco possono quindi ripristinare quello che viene definito “Internet a due velocità”, in modo da bloccare, limitare od offrire corsie preferenziali a pagamento sulle proprie reti con ampi margini di discrezionalità. Oltre ai procuratori dei 22 stati, anche diverse organizzazioni non-profit e società tecnologiche hanno fatto sentire la propria voce contro le leggi repubblicane. Lunedì realtà come Mozilla e Vimeo hanno depositato una nuova richiesta legale per ripristinare la neutralità della rete.

La compagnia che sviluppa il browser Firefox ha accusato la Fcc di “abdicare al proprio ruolo, ignorare i commenti pubblici e non capire come funziona realmente Internet”. L’obiettivo del gruppo capitanato da Mozilla è quello di garantire agli utenti un accesso alla rete senza interferenze da parte dei “guardiani”: “è fondamentale che tutto il traffico internet sia trattato ugualmente, senza alcuna discriminazione a seconda del contenuto o della tipologia”.

I procuratori che hanno deciso di citare in giudizio la Fcc, ricorda Reuters, rappresentano circa 165 milioni di cittadini americani, oltre la metà della popolazione degli Usa. Fra gli stati in prima linea per contrastare le nuove regole sulle telecomunicazioni spiccano California, New York, Virginia, Illinois e New Jersey. I governatori di sei stati (Hawaii, Montana, New Jersey, New York, Rhode Island e Vermont) hanno già firmato ordini esecutivi che prevedono il rispetto della neutralità della rete come precondizione necessaria per siglare contratti di fornitura a livello amministrativo.

Le norme volute da Trump sono in vigore al momento in tre soli stati: Washington, Oregon e Vermont (dove però è stato firmato anche l’ordine esecutivo). Secondo la Fcc, la nuova legge consentirà agli operatori di riprendere a investire seriamente sullo sviluppo delle infrastrutture, offrendo così in ultima analisi un servizio migliore ai consumatori.

 

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