05/09/2017 di Redazione

Siri eroe americano: salva una ragazza dall'uragano Harvery

Tyler Frank, una quattordicenne di Houson affetta da anemia falciforme, aveva già tentato di chiedere aiuto al 911 e su Facebook, ma la sua richiesta si era persa in mezzo ai troppi appelli di soccorso. Poi la svolta: una chiamata al giusto destinatario,

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Gli assistenti virtuali degli smartphone hanno trovato una nuovo ruolo, quello di aiutanti nelle procedure di soccorso in caso di calamità naturali come l'uragano Harvey, che nei giorni scorsi ha colpito il sud-est del Texas e della Lousiana. Siri, il “maggiordomo virtuale” dell'iPhone, è ufficialmente nella lista dei soccorritori che hanno permesso di limitare il numero delle vittime: ha agevolato il recupero di una famiglia dei cinque persone che da un giorno aspettava su tetto di casa, nel tentativo di sfuggire all'inondazione. Il fatto risale al 28 agosto, ma la stampa nordamericana ha diffuso la notizia solo ieri. L'altro “eroe” della giornata, oltre a Siri, è stata la quattordicenne Tyler Frank, una delle figlie.

La giovane soffre di anemia falciforme, malattia genetica che, fra le altre cose, fa sì che i globluli rossi vengano danneggiati in caso di particolare esposizione al freddo. Quello di Tyler era dunque a tutti gli effetti un codice rosso, ma sue precedenti chiamate al 911 e appelli lanciati su Facebook si erano persi nel mare delle richieste giunte in quei giorni. Da qui l'idea di contattare direttamente la guardia costiera per spiegare la gravità della situazione.

Non conoscendo i numeri di telefono dei soccorritori di zona, la ragazza il 27 agosto è ricorsa a Siri per chiedere di “chiamare i ragazzi della guardia costiera”, come ha raccontato alla Cnn. C'è però voluta ancora una lunga attesa, fino al 28 agosto, prima che la ragazza fosse recuperata dal tetto di casa, dove insieme a madre e fratelli la ragazza dal giorno precedente attendeva un elicottero. Tyler è stata trovata in stato di febbre alta, tremante e cianotica, ma ancora in tempo per riprendersi (prima in ospedale, poi in una camera d'albergo dove è ospite, essendo la sua abitazione andata distrutta).

 

Tyler Frank e il suo iPhone (credits: Cnn)

 

L'operazione “salva vita” di Siri ricorda un recente fatto di cronaca riguardante Alexa: qualche settimana fa l'assistente integrato negli speaker Amazon Echo aveva contribuito a evitare un episodio di violenza domestica in Nex Mexico, facendo scattare una chiamata al 911. Episodi come questi, pur sui generis, evidenziano come si stiano evolvendo le capacità di riconoscimento vocale e la “intraprendenza”, per così dire, di questi software in grado di prendere decisioni autonome e ragionate. Quello dell'intelligenza artificiale applicata ai dispositivi mobili e alla domotica sta diventando un terreno di competizione sempre più affollato: qui, oltre ad Amazon (con Alexa e gli smart speaker Echo), operano Apple (con Siri, attivo su iOS e nel nuovo HomePod), Google (su Android con Google Assistant, ma andrebbe anche citato l'uso estensivo degli algortimi di machine learning in molti servizi Web, dal motore di ricerca a Maps, da Gmail a Translate) e ora anche Samsung (con Bixby).

 

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