07/11/2012 di Redazione

Social media sotto utilizzati dai manager Usa

Una ricerca della Stanford University rielva come il 60% dei dirigenti senior di grandi aziende americane utilizza le piattaforma social per ragioni professionali, ma appena poco più di un decimo raccoglie dati per finalità di business e solo un terzo ha

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Conosciuti e apprezzati, ma sfruttati ancora al di sotto delle loro possibilità: sono i social media utilizzati in azienda, o meglio è l’uso che ne fanno i dirigenti delle grandi aziende. Almeno negli States, dove la Stanford University ha condotto un’indagine su un campione di senior manager, membri di consigli di amministrazione e amministratori delegati di 180 grandi realtà con fatturato superiore ai 500 milioni di dollari: oltre la metà di questi detentori del potere strategico nelle grandi imprese, il 56%, ha dichiarato di comprendere le potenzialità dei social come strumenti di marketing,  vendita e comunicazione verso il cliente.

Dati di una ricerca dell’Università Iulm di Milano (base: 720 casi analizzati)

E il dato è più che confermato dal fatto che circa il 65% degli intervistati, età media 55 anni, possieda almeno un account personale su una delle principali piattaforma di social networking, come Twitter, Facebook e Google+, con punte dell’80% su LinkedIn; profili utilizzati sia per attività legate alla sfera privata, sia per ragioni di lavoro. Scavando appena un po’ di più, si scopre però che le reali potenzialità del Web 2.0 non sono ancora state sfruttate pienamente da questi senior manager e dalle aziende da loro guidate.

In sostanza, esiste uno scollamento fra la consapevolezza di ciò che può essere portato avanti con i social e la messa in pratica delle relative attività. Solo il 32% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di avere in azienda un consulente esperto di social media, e una percentuale analoga afferma di monitorare le diverse piattaforme per individuare possibili rischi per il proprio business, legati per esempio a fughe di dati o peggioramenti di reputazione derivanti da commenti e critiche degli utenti.

È invece appena dell’14% la fetta di aziende che  utilizza i dati provenienti dai social come metriche con cui misurare le performance della compagnia. La stragrande maggioranza dei consiglieri di amministrazione, il 90%, inoltre non riceve report con dati provenienti dal monitoraggio delle piattaforme social: nel 40% dei casi questi dati non vengono raccolti, mentre nel 20% non sono ritenuti rilevanti per prendere decisioni di business.

Gli autori della ricerca tracciano allora una lista di cinque consigli utili ai top manager per elaborare una strategia social che sfrutti al meglio le opportunità del mezzo. Prima regola è fare il punto della situazione per capire come l’azienda si stia muovendo sui social, chi se ne occupa e quali informazioni e risultati ottiene; passaggio successivo è determinare come i social media possano accompagnare la propria strategia aziendale e modello di business; terzo passo, appena più tecnico, è la mappatura dei  key performance indicator, da un lato, e dei fattori di rischio legati ai social dall’altro.

La raccolta dei dati – ed è il quarto step – va poi trasformata in informazione leggibile, attraverso delle metriche. Ultimo consiglio è quello di sviluppare linee guida e policy sull’utilizzo di questi strumenti da parte di dipendenti, manager e dirigenti. In attesa che le aziende facciano il salto di qualità seguendo queste tracce, nel mondo dei social media applicati al business sembra esserci ancora tanta strada da fare.

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