01/09/2015 di Redazione

Spionaggio cinese: gli Usa dicono basta, pronte le sanzioni

Il Washington Post svela che entro poche settimane il governo statunitense varerà un pacchetto di misure punitive ai danni degli individui e delle aziende cinesi colpevoli di cyberspionaggio industriale e furto di proprietà intellettuale. Una mossa simbol

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Il “Dragone affaticato”, come alcuni giornalisti già hanno ribattezzato la Cina, non potrà ricorrere a scappatoie scorrette per rilanciare la sua economia. In particolare, il cyberspionaggio mirato al furto di dati e proprietà intellettuale delle aziende americane sarà punito severamente: il governo a stelle e strisce sta infatti definendo un pacchetto di sanzioni rivolte ai colpevoli di questo reato. Lo ha svelato il Washington Post, sulla base delle rivelazioni di un ufficiale governativo, secondo cui queste misure saranno solo un elemento della più ampia strategia dell’amministrazione Obama, che non rinuncerà ai canali diplomatici, a quelli legali e a quelli del business per scoraggiare lo spionaggio economico.

In tale quadro le sanzioni saranno un ulteriore deterrente, reso necessario da mesi di ripetuti attacchi cybernetici ai danni di aziende statunitensi realizzati da singoli individui e dalla concorrenza cinese. Non rientra, invece, nell’oggetto delle sanzioni l’hackeraggio dei server dello Us Office of Personnel Management, scoperto lo scorso aprile e legato a un tipo di spionaggio diverso, al furto d’identità e alle truffe più che al borseggio di proprietà intellettuale.

Qui, in gioco, ci sono i profitti delle aziende statunitensi e il loro capitale di brevetti, dati confidenziali e di mercato. Le sanzioni, ha spiegato la fonte anonima, “manderanno a Pechino un segnale” di reazione forte, “spiegando alla Cina che quando è troppo è troppo”. Cina che ha sempre negato le accuse di spionaggio industriale, ma verso cui esisterebbero numerose prove di colpevolezza. Nel maggio del 2014, per esempio, cinque militari del Paese asiatico sono stati formalmente accusati da un tribunale statunitense di aver condotto attività cybercriminali per conto di aziende cinesi. A detta dell'Fbi, nel 2014 il fenomeno dello spionaggio economico negli States è  cresciuto del 53% sull'anno precedente, e ha visto proprio nella Cina il principale responsabile.

 

 

Nell’aprile di quest’anno Barack Obama aveva definito le attività di crimine informatico come una “emergenza nazionale” e varato un ordine esecutivo (valido per 24 mesi) che permette al Segretario al Tesoro di sanzionare individui e aziende colpevoli di cybercrimine in vari modi, fra cui il congelamento dei beni e il blocco delle relazioni commerciali con gli Usa. Le nuove sanzioni proseguono questo percorso e, stando al Washington Post, potrebbero punire non soltanto la concorrenza sleale cinese ma anche quella di altri Paesi. Quando? Secondo la fonte anonima, potrebbero diventare effettive già entro un paio di settimane. In tempismo perfetto per anticipare l’incontro fra il presidente americano e quello cinese Xi Jinping, in visita negli Usa nel mese di settembre.
 

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