06/08/2012 di Redazione

Steve Wozniak: la sicurezza del cloud? Un incubo

Il partito dei detrattori della nuvola arruola il co-fondatore di Apple ed ex socio di Steve Jobs, che ha dichiarato di prevedere grandi problemi all’orizzonte legati alla perdita di controllo sui dati personali da parte degli utenti.

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Male o bene, purché se ne parli. E di cloud siamo certamente abituati a sentir parlare molto negli ultimi mesi, fra aziende che per la prima volta si lanciano nell’avventura e colossi dell’IT che ampliano l’offerta di servizi e sicurezza. Un futuro senza nuvola, in ogni caso, è ipotesi da escludere. Ma i detrattori non mancano, e in questi giorni la voce di Steve Wozniak si è levata forte e chiara: per il cofondatore di Apple una vita digitale basata sul cloud è il peggiore degli incubi.

Steve Wozniak


Durante un’apparizione pubblica in occasione di uno spettacolo teatrale dedicato alla carriera di Jobs (il monologo di Mike Daisey, The agony and the ecstasy of Steve Jobs, andato in scena a Washington), Wozniak si è così pronunciato: “Sono molto preoccupato per tutto ciò che viene spostato sul cloud. Credo che sarà spaventoso. Credo che nei prossimi cinque anni tutto questo causerà orrendi problemi”.

A preoccupare l’informatico è la mancanza di controllo connaturata all’idea di spostare dati e contenuti personali in un luogo dove di personale, privato, non c’è più nulla. “Con il cloud, non si possiede più nulla”, ha dichiarato Wozniak spiegando come, a suo dire, gli utenti rinuncino al possesso dei loro dati nel momento stesso in cui accettano i termini del servizio di un cloud provider. “Voglio avere la sensazione di possedere le mie cose – ha proseguito l’ex socio di Steve Jobs – ma più continuiamo a trasferire tutto nel cloud e meno possiamo esercitarvi un controllo”.

Oltre a puntare il dito contro la nuvola, l’occasione pubblica è servita a Wozniak anche per difendere la sua ex società da critiche di lunga data, messe tra l’altro in luce dallo stesso spettacolo di Mike Daisey: quelle relative alle condizioni degli operai cinesi in qualche modo legati a Apple, in particolare quelli della Foxconn, la principale azienda del Far East dove si assemblano i prodotti della Mela, con turni di lavoro di dieci ore.

Wozniak ha sostanzialmente sottolineato come il miglioramento della qualità della vita degli operai cinesi non dipenda da Apple, ma dalla preesistente cultura del lavoro e dalle condizioni imposte dalle aziende ai propri dipendenti. “Sappiamo di avere voce in capitolo come cittadini e consumatori. Possiamo discutere di questi argomenti, ma non comportarci come se Foxconn o Apple incarnassero il male”.

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