22/11/2017 di Redazione

Storica successione in Hpe: Meg Whitman lascia. Uber attende?

L'amministratore delegato in carica negli ultimi sei anni ha annunciato le dimissioni, effettive a partire da febbraio del 2018, rinvigorendo i rumors su un possibile suo passaggio a Uber (che ha però già scelto il successore di Kalanick). Sulla poltrona

La “lady di ferro” del mondo imprenditoriale tecnologico presto non sarà più l'amministratore delegato di Hpe. Meg Whitman, la donna che portò al successo eBay e il Ceo sotto il cui controllo nel 2015 Hp ha optato per una storica scissione in due aziende distinte, ha annunciato di voler lasciare la poltrona occupata negli ultimi sei anni. Quella – appunto – di chief executive officer di Hpe, la metà “enterprise” (l'acronimo sta proprio per Hewlett Packard Enterprise) su cui sono confluite le attività e i prodotti rivolti alle aziende: servizi cloud, server, sistemi convergenti, software, offerta di sicurezza. A partire dall'inizio di febbraio 2018 l'ambìto ruolo sarà preso in carica da Antonio Neri, dirigente entrato in azienda (quando ancora si chiamava soltanto Hp) già nel 1995 e da allora transitato su incarichi via via più importanti, fino a quello di presidente di Hpe, dal giugno scorso.

La domanda che sorge spontanea riguarda il destino lavorativo di Whitman, che comunque conserverà un posto all'interno del board of directors della società. È assai difficile che la sessantunenne miliardaria imprenditrice, cresciuta a New York e decorata da laurea e master alle università di Princeton e di Harvard, stia già pensando alla pensione. Piuttosto, sui media statunitensi è stata ricordata l'ipotesi secondo cui avrebbe dovuto diventare il nuovo amministratore delegato di Uber, società di cui la manager è azionista. La ex startup di San Francisco, oggi impegnata a progettare un futuro basato sulla tecnologia driverless e a preparare la quotazione in Borsa, ha però già scelto lo scorso agosto il suo nuovo Ceo, Dara Khosrowshahi, un pezzo grosso di Expedia, che ha preso il posto del dimissionario Travis Kalanick.

Qualche settimana prima, peraltro, Whitman aveva smentito senza mezzi termini le voci che la indicavano come probabile successore di Kalanick. Ma aveva anche assicurato di non voler lasciare l'azienda di Palo Alto (Abbiamo ancora un sacco di lavoro da fare ad Hpe e non andrò da nessuna parte”, scriveva su Twitter a fine luglio), proposito oggi clamorosamente smentito. Sui motivi delle dimissioni ora la società glissa, limitandosi a far pubblicare a Whitman un commento di rito, ben poco informativo: “Oggi Hewlett Packard guarda avanti”, ha dichiarato in una nota ufficiale. “È il momento giusto perché Antonio e una nuova generazione di leader prendano le redini di Hpe. Sono enormemente fiduciosa sul fatto che continueranno a costruire una grande società, che prospererà in futuro”.

Quel che è certo è che la fedeltà di Antonio Neri ad Hp, il suo percorso più che ventennale in azienda (da ingegnere dell'area customer service, a responsabile di diverse business unit, a vice president, a presidente) sono stati premiati con la nomina più prestigiosa. Una nomina che, a detta di Business Insider, gli varrà uno stipendio annuo non inferiore al milione di dollari ed eventuali bonus per un massimo di 1,5 milioni di dollari all'anno.

 

L'annuncio delle dimissioni di Meg Whitman è giunto in concomitanza con i risultati del quarto trimestre e dell'intero fiscal year 2017 di Hpe. Pur avendo superato le stime degli analisti per i tre mesi di agosto, settembre e ottobre, l'azienda ha prodotto per l'intero anno degli utili per azione (pari a 1,41 dollari) inferiori al target atteso. Il fatturato netto trimestrale, 7,8 miliardi di dollari, ha segnato una crescita del 5% rispetto all'analogo periodo del 2016, mentre quello annuale ha toccato i 37,4 miliardi di euro. La cifra include 8,5 miliardi di dollari derivati dalla divisione Enterprise Services and Software (oggi spostata su Micro Focus), mentre i restanti 28,9 miliardi di dollari hanno segnato un calo del 5% rispetto all'anno fiscale precedente (considerando aggiustamenti e fluttuazioni valutarie, lo scarto si modifica in un crescita dell'1%).

 

ARTICOLI CORRELATI