25/10/2011 di Redazione

Tablet in azienda, fenomeno in ascesa. Anche in Italia

Dai dati dell’Osservatorio "New tablet & business application" del Politecnico di Milano emerge come tre quarti dei Cio ha già adottato i pc a tavoletta o li adotterà in futuro (gli executive e i C-Level li utilizzano nel 55% dei casi e nel 38% li avranno

immagine.jpg

Hanno ceduto alla moda. Ma adesso il loro sfizio si propaga all’interno delle imprese. Anzi, deve propagarsi perché il pc a tavoletta non rischi di rimanere uno dei soliti benefit mentre può dare molto di più. Perché qui sta andando in crisi il concetto stesso di sistema informativo aziendale “monolitico”, prescrittivo (one-size-fits-all) ed Erp-centrico per ammiccare a un sistema informativo più flessibile, orientato a logiche più “discrezionali”, costruito per permettere a ogni singolo utente personalizzazioni “su misura”.



Il Politecnico di Milano, con l’Osservatorio “New tablet & business application” realizzato come sempre dalla School of Management, la vede così, tanto che il responsabile della ricerca Paolo Catti avverte: “i Cio non possono non tenerne conto e quasi tutti gli executive vogliono un tablet. Anche il Blackberry – spiega Catti - ha avuto questo effetto, ma in quel caso il vantaggio era limitato alla mail, mentre oggi esiste un potenziale di utilizzo maggiore. Il problema vero a questo punto diventa governare le opportunità”.

Che il tablet piaccia e che sia un oggetto con un suo status se ne sono accorti subito i ricercatori del Politecnico dall’alto numero di risposte ricevute. C’è una sorta di piacere da parte di molti intervistati nel fare sapere che il tablet l’hanno già acquistato. E che il fenomeno abbia preso una certa consistenza anche in termini di volumi lo dice il fatto che la domanda è più che triplicata nella prima metà di quest’anno rispetto al primo semestre 2010 e che entro la fine del 2011 il venduto complessivo possa arrivare a circa 1,5 milioni di dispositivi.

Alla elevata portabilità, buona capacità di visualizzazione e potenza di calcolo, comuni agli strumenti mobile, i tablet aggiungono una modalità di fruizione radicalmente (touch), sono “always on”, sempre disponibili e con tempi di accensione pressoché istantanei (grazie alla diffusione delle memorie a stato solido). “Infine sono estremamente efficaci per la condivisione dei contenuti multimediali visualizzati con le persone in prossimità/con cui si interagisce”.

I Cio, lo dicono i dati, sono particolarmente attratti dalle tavolette. Tre su quattro hanno già introdotto i dispositivi nella propria organizzazione o hanno intenzione di farlo in futuro. Più precisamente il 47% dei Chief Information Officer ha già operativamente sposato il verbo dei tablet e il 27% ha confermato che lo farà prossimamente.



Gli Executive e i C-Level nel 55% dei casi li utilizzano già e nel 38% li riceveranno in futuro; il personale di vendita lo utilizza nel 17% dei casi ma il 74% è in attesa di averlo. Più scettiche, al momento, le imprese i cui addetti sono dediti alla manutenzione sul campo, solo il 10% di queste ha già fornito o fornirà (45%) i tablet alla propria forza lavoro e quelle attive nel campo dei trasporti, che hanno già investito su questi dispositivi solo nel 3% dei casi (il 24% lo farà invece in futuro). Una diffusione più limitata anche a causa della mancanza sul mercato di prodotti robusti più adatti a particolari situazioni e che apre spazio a un mercato di nicchia di tablet “corazzati”. 

“Per alcune figure professionali - aggiunge ancora Catti - è sicuramente lo strumento del futuro”. E altre ne stanno arrivando. I tablet si stanno diffondendo anche in altri ambiti, sempre legati alla vendita anche se in modo differente. Il ristorante di grido lo dà in mano ai camerieri per raccogliere le comande, gli showroom ne sono provvisti e anche i professioni ce l’hanno sempre più spesso in borsa.

Per i notebook, invece, il futuro si prospetta molto difficile visto che il 90% dei Cio pensa che verranno sostituiti dai tablet. Più precisamente l’88% del campione è convinto che le tavolette andranno ad affiancarsi ai telefonini intelligenti riducendo però il ruolo di questi ultimi per l’accesso a specifiche applicazioni mobili (due manager su dieci ritengono che i New le tavolette ridurranno in modo significativo il ruolo dei telefonini intelligenti) mentre un’equivalente percentuale è dell’idea che iPad e compagnia, con riferimento ad alcune tipologie di addetti, prenderanno il posto dei classici notebook.

Il problema vero è che con il tablet si arricchisce l’universo della dotazione informatica aziendale. Il bring your own device, secondo il quale si utilizza in azienda la macchine di riferimento per la vita privata, attacca su più fronti.  Il Ceo si compra l’iPad per i fatti suoi, i nativi digitali che arrivano in azienda sono tecnologicamente superdotati e anche il Cio non sta a guardare. Scegliendo magari un sistema aperto come Android.

Significativo, in un’ottica di grande apertura alle diverse sfaccettature dell’offerta, è il fatto che meno di un quarto dei Chief Information Officer campionati dall’Osservatorio abbia identificato un unico sistema operativo di riferimento per il futuro, per quanto Apple iOS e quindi l’iPad rappresenti oggi la scelta decisamente più diffusa. Per Google, Research in Motion (con il PlayBook basato su piattaforma Qnx) e Microsoft (con Windows 8) sembrano quindi esserci buone prospettive per giocare un ruolo importante nei tablet anche in orbita business.



 “Non ci sono motivi particolari per preferire uno o l’altro - è ancora l’opinione di Catti - ma una serie di valutazioni riguardo sicurezza e all’integrazione con i sistemi operativi. In questo senso più spazio potrebbe avere Windows 8 anche se il ritardo di Microsoft in questo caso è importante. Neanche la sicurezza spaventa più di tanto i Cio. Più della metà per cautelarsi dal rischio di smarrimenti e furti intende orientarsi verso architetture Web-based per le applicazioni mobili, evitando così di memorizzare in locale, sul dispositivo, dati aziendali sensibili, che restano così accessibili solo da remoto e tramite autenticazione”.

In generale si nota un atteggiamento positivo confermato anche dalle opinioni verso gli application store. Tre Cio su quattro ritengono che sia possibile trasporre il concetto anche all’ambiente aziendale anche se bisogna stare attenti. Tra i Cio favorevoli all’introduzione dell’Enterprise Application Store, il 7% ha già implementato un proprio app store, mentre un altro 6% lo implementerà a breve. Il 44% ne sta valutando l’introduzione nel medio termine mentre il restante 43% a oggi pensa che non lo introdurrà affatto.

In tutti i casi di adozione (già presente o prevista) è prevista anche la presenza di un sistema di device management, “a riprova del fatto – sottolinea il rapporto - che l’adozione sinergica delle due piattaforme permette di disporre dell’insieme di funzionalità necessario per avere il desiderato livello di governance e controllo delle Mobile Application. Infatti, nei casi in cui è già stato introdotto un private enterprise application store, circa il 60% dei Cio ha deciso di adottare anche un sistema di device management mentre il restante 40% pensa di introdurlo nel breve/medio termine.

    
Ha collaborato Gianni Rusconi


  

ARTICOLI CORRELATI