19/02/2016 di Redazione

Tecnologie e vita quotidiana, un intreccio in evoluzione

Quattro tendenze, in cui si intrecciano tecnologia e società, domineranno questo 2016. Ce le racconta Daniel Model, manager sales engineering per l’Europa di Acronis, evidenziando il legame a doppio filo tra i cambiamenti dello stile di vita e quelli dei

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Smartphone, dispositivi indossabili, cloud computing e la perenne esplosione dei dati. Le tendenze tecnologiche di cui si parla da qualche anno in questo 2016 assumeranno connotati più definiti. Di certo il dibattito su questi argomenti non scarseggia, ma Daniel Model, manager sales engineering per l’Europa di Acronis, ha provato a fornire un punto di osservazione diverso, meno legato alla tecnologia e alle dinamiche di mercato. Una riflessione sul cambiamento degli stili di vita e sul rapporto fra individui e tecnologie.

 

 

 

Tecnologia invisibile
Per i consumatori di oggi, la tecnologia è come una seconda pelle. Ormai non ci si sorprende più di trovare un WiFi gratuito in un luogo pubblico; al contrario, la mancanza del WiFi può irritare. Eppure un decennio fa l’idea di essere sempre connessi, specialmente con la possibilità di accedere a una quantità illimitata di informazioni, sembrava irrealizzabile.
Sebbene i consumatori siano avvezzi alla tecnologia, non sempre hanno voglia, tempo e competenze per capire come funziona. L’immediatezza, l’intuitività e la semplicità d’uso sono prioritarie per il consumatore. Questo concetto è valido anche per la protezione dei dati e l’utilizzo del cloud. Gli utenti non vogliono pensare ai pericoli che corrono i loro dati o alle mosse da fare per renderli immuni da ogni rischio. Pirateria informatica, furti d’identità, cancellazioni accidentali, guasto dell’hardware: i potenziali problemi non sono mai stati così numerosi.

Ecco perché nel 2016 i professionisti del comparto It accelereranno e incoraggeranno l’adozione della tecnologia cloud, semplificando così notevolmente l’utilizzo delle soluzioni per la protezione dei dati personali. Ad esempio, all’acquisto di un device o al cambio di sistema operativo verrà automaticamente offerta la possibilità di un fare un backup nella nuvola dei propri dati.

 

Più dati, più esigenze di automazione
La quantità di dati che produciamo è in costante aumento. Qualità sempre maggiore delle fotocamere, accessori connessi per la casa e dispositivi indossabili sono responsabili di questa grande mole di dati esistente, tuttora in crescita. Per di più l’adozione del 4G e la costante produzione di dispositivi connessi a Internet ci sta spingendo a creare più contenuti di quanti sia possibile condividerne istantaneamente. E proprio perché gli utenti caricano e condividono sempre più dati online, è importante che questi siano protetti così da non andare persi o da finire in mani indesiderate.
Un’altra conseguenza delle nuove tecnologie a servizio di questa immensa mole di dati è che le operazioni diventano sempre più automatizzate, e ci si aspetta che sia così per un numero sempre maggiore di esse. Le informazioni che arrivano da dispositivi diversi possono ora integrarsi, interagire e permettere di rendere automatiche sempre più funzioni. Per esempio, attraverso alcune semplici impostazioni, uno smartphone può oggi automaticamente prenotare un taxi o un Uber prima di un meeting. E se il sistema verifica che a causa del traffico non potrà esserci alcun utilizzo, sarà inviato un messaggio per suggerirne la cancellazione.

 

Personale e professionale si mescolano
Smartphone e tablet stanno sempre più modificando le nostre abitudini sul luogo di lavoro, permettendoci di essere più produttivi e interattivi. A ciò va aggiunto l’incremento dello smartwork, che rende sempre meno netta la distinzione tra strumenti utilizzati nella vita privata e quelli impiegati per lavorare: un numero sempre più alto di utenti, infatti, usa smartphone e Pc personali anche per compiti professionali.

Ciò rappresenta un grosso pericolo per le aziende, dato che è probabile che alcuni lavoratori utilizzeranno applicazioni rischiose e non autorizzate. Il comparto It dovrà quindi essere presente in questo processo di monitoraggio dei file collegati all’attività professionale e al lavoro interattivo, in ogni momento e indipendentemente da dove sono stati archiviati i dati. Con questo processo di controllo, si potrà dunque proteggere l’accesso ai documenti – e anche l’archivio dei dati, il backup e le modifiche – accertandosi che siano gestite in linea con la policy aziendale. La sfida per il settore It nel 2016 è quella di essere in grado di offrire un alto livello di controllo e sicurezza unito a un’esperienza di utilizzo rapida e semplice, in modo da non ostacolare la produttività.

 

 

Il cloud, una questione di geografica e anagrafica
Anche se il cloud oggi è un’idea condivisa da tutti, la sua adozione resta comunque eterogenea, e sono tante le differenze a livello geografico e generazionale. Paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Australia sono stati i precursori della rivoluzione cloud. Negli Stati europei, l’idea è invece più recente e l’espressione “cloud” genera ancora qualche perplessità. Inoltre, a livello culturale, è noto che i paesi europei si interessano molto alla protezione della privacy.

Questo aspetto sta configurando il mercato globale e ciò che esso potrà offrire. I provider di differenti nazionalità stanno iniziando a creare data-center in diversi continenti per permettere ai clienti di decidere liberamente dove conservare i propri dati. Gli europei potrebbero quindi far rimanere nel proprio Paese i loro dati, così da non dover rimandare a legislazioni di altri Stati.

Anche l’aspetto anagrafico riveste un ruolo significativo nelle scelte in ambito tecnologico. Le generazioni più giovani, infatti, sono nate o stanno crescendo con la consapevolezza di Internet e delle molte innovazioni (ma anche dei rischi) che ne derivano. I giovanissimi, poi, sono sicuramente i più inclini ad adottare soluzioni nuove. D’altro canto, le persone più anziane devono familiarizzare spesso in completa autonomia con Internet, e questo li rendi più diffidenti verso le nuove tecnologie.

 

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