Il palazzetto di Rozzano, alle porte di Milano, ieri è stato
il teatro d’una buffa sceneggiata. Da una parte Beppe Grillo, azionista di
Telecom Italia, s’è presentato col lutto al braccio e ha chiesto agli
officianti Gabriele Galateri di Genola, presidente, e Franco Bernabé,
amministratore delegato, di prendere atto della morte per consunzione della
loro società e li ha pregati di ridare allo Stato la rete di telecomunicazione e
cedere all’ineluttabile: cedere l’azienda al principale azionista, la spagnola
Telefonica.
Dall’altra la risposta piccata di Franco Bernabé che alle
motivazioni di Grillo (l’azienda è stata spolpata dai precedenti azionisti di
riferimento, è ridotta al lumicino dell’innovazione, fa scarsi investimenti
industriali, s’è ridotta alla metà in poco meno di un decennio), ha ribattutto che
la società è più snella e combattiva.
Fuori c’erano operai e impiegati Telecom Italia che
contestano la dirigenza per la scelta di cedere alla controllata società di
servizi SSC gli asset informatici con una contestuale riduzione di 6.800
addetti. Si aggiunga che nel recente roadshow londinese Bernabé ha aggiunto
altri 4.500 addetti che dovranno essere “efficientati”.
In mezzo ci sono le decisioni: conferma di un dividendo agli
azionisti (5 centesimi per le ordinarie e 6,1 per le risparmio); un “Piano di
azionariato diffuso per i dipendenti 2010-2014” riservato ai dirigenti; il
ritorno nel Consiglio d’Amministrazione di Mauro Sentinelli, il mago del
marketing di Telecom Italia Mobile che s’inventò le Sim ricaricabili e
determinò la leadership dell’Italia come Paese più mobile (ora è scavalcata da
altri).
E poi i numeri del 2009 “Uno degli anni più difficili dal
dopoguerra”, come l’ha definito Bernabé.
Numeri che sono di per sé un disastro. Lo scorso anno Telecom
Italia ha perso il 19% dei clienti e ne ha guadagnati l’11%. Totale: -8%.
Il fatturato consolidato ha toccato i 27,1 miliardi cioè
-5,6%. Nel dettaglio la business unit Domestic ha segnato -6,8% dovuto a -3,4
della Divisione Top Clients; -9,5 della Divisione Business; -9,8 della
Divisione Consumer. I ricavi in Brasile sono stati sostanzialmente stabili con
-0,3% pari a 15 milioni di euro in meno.
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L’EBIT che permette di distribuire i dividendi è di 5,7
miliardi (+0,5% sul 2008). Il debito di 34 miliardi (eredità dell'operazione a
debito varata nel periodo della acquisizione da parte di Roberto Colaninno e
soci), continua a restare intatto e a pesare come un macigno sugli investimenti
futuri. Tra l’altro l’accantonamento prudenziale di 507 milioni per la vicenda dell’evazione
fiscale di Telecom Sparkle sembra insufficiente viste le comunicazioni fornite
da TI a Consob su 429 milioni di oneri per maggiori imposte e 391 milioni per l’Iva
detratta illecitamente più sanzioni. Ballano 300 milioni all’algebra.
In cinque anni Telecom Italia ha smarrito 8.294 addetti
Circa gli addetti, merita segnalare i dati ormai superati
dalla cronaca 2010. In 5 anni Telecom Italia ha smarrito 8.294 dipendenti fino
al 2009. Da inizio d’anno c’è dunque la esternalizzazione a SSC con cessione di
6.800 addetti più altri 4.500 che servono alla società per snellire e portare
la produttività a valori più alti.
Circa 600mila nuovi collegamenti broadband ma -1.255 accessi fisici tra consumer e business
Bernabé ha poi sottolineato che l’azienda continuerà a
investire nella rete anche perché Telecom Italia senza rete non avrebbe senso.
Lo specchietto del bilancio con le cifre sulle connessioni in essere e le
utente attive in larga banda, però, indicano che nel corso dell’anno gli
accessi in larga banda sono aumentati di circa 600mila e che però la
concorrenza sulle connessioni fisiche morde e parecchio: nel quinquennio dai 21,7
milioni di accessi fisici è passata a 16 milioni. Una ragione dovrà pur
esserci. Forse gli scarsi investimenti nel miglioramento della rete?
A chiudere, segnalo la divertente vicenda di Cubovision, lo strumento magico che avrebbe dovuto portare ogni sorta di multimedialità, dalla televisione digitale terrestre alla IPTV, nei salotti degli analfabeti del web. Vicenda intricata e complessa tra l'azienda di Ponzano Veneto Visionee e l'inglese Amino con coinvolgimento di Finmek. Una bolla di vapore gigantesca che da un ipotetico successo commerciale prematuramente annunciato ha portato a un vuoto di scena totale: non ce n'è uno che sia uno nelle case degli italiani.
La cosa di Cubovision, però, forse ha a che fare con Alfred, ovvero il "maggiordomo pc travestito da elettrodomestico", inventato dalla friulana Onda Mobile Communication di cui fino all'altro ieri Mauro Sentinelli è stato parte dirigente. Vedere a che punto erano le cose di Alfred mi è stato impedito dall'antivirus: il loro sito web ha un Trojan. Pazienza. Me ne farò una ragione.