16/07/2010 di Redazione

Telediagnostica dei tumori al seno con Im3D

Oggi si avvia lo screening di massa dei tumori al seno utilizzando Im3D Clinic presso il Dipartimento di Biotecnologie dell'Università di Torino: radiologi specialisti inviano i dati dalle remote province piemontesi e ottengono immagini virtuali da studia

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Gianluca Dettori (in sequenza: Italia OnLine, Lycos, Vitaminic, dPixel e qualcos'altro che non ricordo) è giustamente orgoglioso che oggi a Torino si inauguri Im3D Clinic: una iniziativa che, da profeta del venture capital e delle idee innovative da fecondare, ha provveduto a finanziare e sulla quale ha scommesso denari.

Il logo di Im3D Lab di Torino


Im3D Clinic sarà all'Università di Torino, in via Nizza, presso il Dipartimento di Biotecnologie. Qui alcuni radiologi specializzati sperimenteranno la teleradiologia e quindi la telediagnosi di esami raccolti sul territorio e inviati a Torino in larga banda da Biella, Vercelli, Novara, Verbano-Cusi-Ossola.

Lo scopo è varare una grande operazione di screening dei tumori al seno.

IM3D Clinic è nato dalla collaborazione tra Università di Torino, Fondazione Edo ed Elvo Tempa e Im3D, azienda specializzata nel campo dell'imaging medicale e nella bioinformatica in cui Dettori ha investito.

Che significato ha l'esperimento odierno?

Anzitutto che l'allargamento dell'orizzonte diagnostico delle tecnologie Im3D ottimizza, grazie alla connessione delle ASL del Piemonte, gli investimenti nella diagnostica che può essere utilizzata dallo specialista presente nella valle, in montagna o nella clinica universitaria. Che la diagnostica aiutata dagli strumenti è efficace ed economica e può essere usata per fare screening epidemiologici di massa.

Una immagine virtuale dell'area del colon con sospetto carcinoma - clicca per ingrandire


Ma facciamo un passo indietro. Im3D, medical imaging Lab aveva affrontato anni fa il problema del carcinoma del colon che costituisce una delle peggiori cause di morte da tumore.

In Europa ogni anno 300.000 persone sono colpite da questa neoplasia e il 50%  di essi ne muoiono in breve tempo.

Non vi sono cure efficaci se non intervenire per tempo, con un esame preventivo, a interrompere la sequenza adenoma-carcinoma. Gli esami tradizionali sono colonscopia, clisma a doppio contrasto, ricerca di sangue occulto nelle feci.

Con la diagnosi virtuale si ottiene un risultato analogo alla colonscopia con la medesima affidabilità. La tecnica è più rapida, meno invasiva, meglio accettata dai pazienti, molto più economica. Si immette dell'aria nel colon e si ricostruisce con algoritmi specializzati le informazioni raccolte da TAC o altro strumento radiologico digitale.

Il software permette al radiologo di navigare nel colon come se stesse utilizzando un endoscopio. L'accuratezza delle immagini è del tutto simile a un esame in endoscopia tradizionale.

I limiti dipendono dal tempo: servono molte immagini, almeno mezzora per ricostruire ed elaborare il tutto, la navigazione a schermo dentro il colon virtuale affatica gli occhi e stanca il radiologo che così può non fare una corretta diagnosi.
 
Im3D ha così sviluppato un sistema esperto, CadColon, che evidenzia sulla mappa del colon le aree di sospetto polipo o adenoma. Il radiologo si orienta, insomma, direttamente sull'obiettivo per esaminarne la ricostruzione virtuale e, successivamente, per fornire indicazioni all'operatore su dove esattamente indirizzare l'endoscopio e l'endobisturi.

In modo dinamico il radiologo naviga e osserva le aree che Im3D CadColon propone come sospette di carcinoma - clicca per ingrandire


In breve, per analogia con le malattie del colon, Im3D ha fatto lo stesso con i tumori del seno.

Ciò che pertanto oggi ci si accinge a fare è far entrare in una visione di sistema la macchina diagnostica Im3D Clinic a favore di quei radiologi che hanno "fatto triturare al computer" le immagini inviate, sfruttando la connettività in larga banda e pur restando nella propria valle o montagna ottengono a video il risultato endoscopico virtuale, possono così chiedere un secondo parere e interagire con altri clinici diagnostici.

Il paziente ha impiegato solo qualche minuto per essere "tagliato a fettine" radiologiche digitali. Il resto è affidato, in parte, alle capacità di calcolo delle macchine e per lo più alla sapienza clinica del medico.
Insomma, un'altro modo di fare medicina e prevenzione muove i primi passi a Torino.

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