01/02/2018 di Redazione

Tempo di cambiamenti per Facebook, più etica e meno pubblicità

Nonostante la riduzione del tempo speso sul social network dagli utenti, il giro d'affari continua a crescere. Per Mark Zuckerberg questo sarà l'anno dell'impegno sociale e del ritorno alle “connessioni che contano”, mentre si eviterà di affollare il News

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Dopo un anno “positivo sotto molti punti di vista, ma anche impegnativo”, nel 2018 Facebook si concentrerà sull'obiettivo di rendere I propri servizi “non solo divertenti, ma anche buoni”. La promessa di Mark Zuckerberg contiene fra le righe le tante polemiche sulle fake news (tema su cui peraltro il social network si sta impegnando platealmente) e sull'involontario aiuto fornito ai propagandisti del Russiagate. E giunge insieme all'annuncio dei risultati finanziari dell'ultimo trimestre e dell'intero 2017, anno in cui l'utenza attiva mensile ha raggiunto quota 2,1 miliardi di persone. Oltre la metà, 1,4 miliardi, si è collegata alla propria dimensione “social” almeno una volta al giorno (dato in crescita del 14% anno su anno).

Numeri in ascesa anche per la controllata Whatsapp: l'applicazione è usata abitualmente (almeno una volta al mese) da 1,5 miliardi di persone e veicola ogni giorno, in media, 60 miliardi di messaggi. La crescita di popolarità delle sue piattaforme e l'efficacia degli strumenti pubblicitari ha elevato il fatturato della società di Menlo Park a 40,6 miliardi di dollari, il 47% in più rispetto ai livelli del 2016. L'utile netto ha superato i 15,93 miliardi di dollari, realizzando un balzo del 54%. Il tax bill introdotto dall'amminsitrazione Trump ha comportato un incremento di tasse (2,27 miliardi di dollari addizionali), impattando per circa 77 centesimi di dollaro sul dato dell'utile per azione annuale.

I ricavi della pubblicità su mobile sono ancora in ascesa: nel trimestre finale dell'anno hanno rappresentato l'89% delle entrate dell'advertising, mentre a fine 2016 pesavano per l'84%. E anche la forza lavoro di Facebook si è allargata, di ben il 47% nel corso di un anno, arrivando al 31 dicembre con un conteggio di 25.105 teste. Il Marketplace, cioè la piattaforma di compravendita interna al social network, è ora accessibile in 30 Paesi e utilizzata oltre 700 milioni di persone ogni mese.

 

 

 

Nessuna ombra sul futuro? Non esattamente. Pur ancora in espansione, il social network inizia a dare qualche segno di stanchezza in mercati particolarmente maturi, forse per la concorrenza di piattaforme di più recente boom, come Instagram (che è comunque proprietà dell'azienda di Menlo Park): in Stati Uniti e Canada, per esempio, fra il terzo e il quarto trimestre il numero di utenti giornalieri per la prima volta è calato. Ma questo, almeno a parole, non preoccupa Zuckerberg. Anzi: l'amministratore delegato ha speso parole per sottolineare la nuova strategia per il 2018, in cui sono racchiusi sia l'impegno etico nella lotta alla disinformazione e all'hate speech, sia il tentativo di puntare sulla qualità.

L'impegno a fare del social network uno strumento utile per la società, un amplificatore del bene e uno strumento di prevenzione del male è ciò che Zuckerberg ha definito come sua “sfida personale per il 2018”. Etica a parte, affermarsi come un punto di riferimento credibile, che osteggia le fake news, il bullismo e la discriminazione è certo una strategia che nel lungo periodo potrà ripagare, anche in soldoni, attirando maggiori investimenti pubblicitari.

Si proseguirà poi sulla scia delle modifiche recentemente introdotte nell'algoritmo del News Feed, adesso orientato a mostrare con minor frequenza contenuti di potenziale scarsa rilevanza per l'utente (come i video virali e le inserzioni pubblicitarie) e a prediligere, invece, tutto ciò che si relaziona in modo più diretto con le persone. “Negli ultimi due anni”, ha ammesso il Ceo, “l'ecosistema dei contenuti pubblici, quali video, notizie e post delle aziende, è cresciuto massicciamente, fino al punto di estromettere i collegamenti personali che per le persone contano davvero”. D'ora in poi largo, dunque, ai contenuti condivisi dai contatti più stretti e anche all'informazione giornalistica locale. Il tempo trascorso su Facebook tenderà a diminuire, come già si è osservato nell'ultimo trimestre del 2017 con una riduzione, in media, di 50 milioni di ore al giorno ovvero del 5%. In compenso, scrive Zuckerberg, “focalizzandoci sulle connessioni significative, la nostra community e il nostro business diventeranno più forti nel lungo periodo”.

 

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